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CI VUOLE UN GOVERNO PER TENTARE DI RIPARTIRE....


Un mio commento del 8 aprile 2013

Avevo scritto, qualche giorno fa:
nessuno ha vinto le elezioni in modo da poter governare da solo; e forse è anche un bene,  perché,  nei momenti difficili, dobbiamo trovare soluzioni condivise, per il bene comun”; ed anche: “il tempo degli slogan è finito e, a mio parere, non serve  tornare a votare a giugno”.
Da quello scritto sono trascorsi altri giorni e la situazione è di stallo. Sembra quasi che non ci si renda conto della situazione tragica che stiamo vivendo e, soprattutto, della perdita di fiducia e di speranza, che ormai è generalizzata.
Tutti gli indicatori continuano a peggiorare e tutto viene amplificato dai mass media aumentando lo sconforto.
Mi rendo perfettamente conto che un governo “di salute pubblica”, capace di mettere insieme PD, PDL e Centristi, è difficile da digerire, per tutti; dopo una stagione, lunghissima, di dure contrapposizioni e dopo l’inconcludente stagione del governo tecnico, presieduto da quel Monti, descritto come “uomo della provvidenza”, che ha addirittura peggiorato, e di molto, la situazione.
Ma è altrettanto vero, in tutta la sua crudezza, che nessuno potrà governare con un terzo dei consensi e che, difficilmente,  nuove elezioni, potranno cambiare la situazione; al massimo potrebbero invertire l’ordine di arrivo.
Per questo deve diventare assolutamente prioritario identificare strategie di uscita dalla crisi e di rilancio dell’economia, condivise e possibili in tempi rapidissimi, accantonando, momentaneamente,  gli aspetti più valoriali e ideali, che rappresentano il patrimonio specifico di partiti e movimenti.
Accompagnando alle decisioni anticrisi e di rilancio dell’economia, quelle leggi attese dalla gente, quali la riforma elettorale, i tagli ai numeri della politica e ai costi della stessa, le riforme istituzionali, ecc.
La recessione di oggi non giova a nessuno e non permette di programmare il futuro.
Dobbiamo mettere in campo, in una necessaria tregua politica, le migliori energie che si muovano verso mete più ambite di un semplice calcolo elettorale o personale; ma puntino davvero al bene comune e all’uscita dell’Italia dalla paralisi attuale, in un quadro europeo meritevole di essere condiviso.
Per questo sbaglia Bersani ad arroccarsi nel voler governare da solo, sbaglierebbe il PDL se pensasse di alzare via via il prezzo di una propria partecipazione al tentativo di uscire dalla crisi.
Sappiamo che è dura, ma vale la pena di tentare; speriamo bene.

bruniniborgo@libero.it 
 







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