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31 ANNI FA VENIVA UCCISO A PALERMO IL GIUDICE PAOLO BORSELLINO, UN SIMBOLO...

L’uccisione del giudice Paolo Borsellino  e degli uomini della sua scorta (Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Valter Eddie Cosina e Claudio Traina) avvenne il 19 luglio 1992 alle ore 16:58, a Palermo.

Quel giorno era domenica, faceva molto caldo, ed io mi trovavo al Festival della Birra, al campo sportivo di Borgo  a Mozzano, allo stand della Misericordia.
Quando la notizia cominciò a circolare rimanemmo tutti attoniti.
Appena due mesi prima un altro simbolo della lotta alla mafia era stato ucciso con uno spettacolare attentato sull'autostrada siciliana che, da Punta Raisi conduce a Palermo. Erano morti  il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicilio e Antonio Montinaro. 

Per me Paolo Borsellino era un simbolo. Da giovane studente universitario si era iscritto al Fuan  (il Fronte Universitario di Azione Nazionale) che era l’organizzazione universitaria del MSI, il Partito a cui appartenevo e di cui ero consigliere comunale al Borgo.

Poche settimane prima, il 19 maggio, quattro giorni prima dell’uccisione del giudice Giovanni Falcone, i  deputati e senatori del MSI – DN avevano votato Paolo Borsellino come Presidente della Repubblica, facendogli ottenere 47 voti. Avevo seguito quella votazione, condividendola, con emozione.

Oggi, a 31 anni di distanza da quel tragico attentato, proviamo a pensare come poteva essere diversa la storia, la politica, la lotta alla mafia, se Borsellino fosse stato eletto Presidente della Repubblica.

Invece deputati e senatori gli preferirono Oscar Luigi Scalfaro, che fu eletto Presidente della Repubblica, il 25 maggio, al 16mo scrutinio.
Due giorni prima dell'elezione di Scalfaro, a Capaci, c’era stata la strage che aveva portato all’uccisione del giudice Falcone, della moglie e della sua scorta.

In aquel luglio tragico al Governo c'era, come Presidente del Consiglio Giuliano Amato. Il Governo era formato da DC, PSI, PSDI e PLI. Ministro dell'Interno era Nicola Mancino.
Con l'uccisione di Falcone e Borsellino lo Stato usciva sconfitto.
Fino al 18 settembre 2022 Amato è stato Presidente della Corte Costituzionale.
Ogni dietrologia politica è servita....

In tutti questi anni, molti hanno inneggiato a Falcone e Borsellino, da morti. Era meglio se li avessero valorizzati e difesi da vivi.

Gabriele Brunini - 19 luglio 2023







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