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UN FRATE DI ANCHIANO E LA SUA IMPRONTA DI SANTITA'

Articolo scritto da Gabriele Brunini sul n. 463 del periodico IL PONTE DEL DIAVOLO (dicembre 2014)

Scrivendo il libro sulla storia del Convento di San Francesco del Borgo (1) ed incontrando i tanti frati di questa terra che vestirono il saio francescano, una delle figure predominanti è stato un francescano di Anchiano che visse da santo e per il quale si valutò l’apertura di un processo di beatificazione. Il personaggio è Padre Francesco Maria, al secolo Giacomo, “della nobile famiglia Giudici di Anchiano”.
Nella quaresima del 1722 Giacomo, appena adolescente, ascoltò a Borgo a Mozzano il grande predicatore Leonardo da Porto Maurizio e subì il fascino di quel grande francescano che fu l’inventore delle “missioni popolari” e che fu poi proclamato Santo. Qualche anno più tardi Giacomo si presentò al convento di Borgo a Mozzano chiedendo di entrare nell’Ordine. Il giovane Giacomo fu inviato a S. Francesco di Cetona (Siena), il convento di noviziato più vicino. Nell’autunno 1728 Giacomo prese il saio francescano e, come era costume per i frati, cambiò il nome in Francesco Maria; a Cetona, in quel tempo, era guardiano Padre Girolamo da S. Fiora (Grosseto) e maestro dei novizi Padre Ambrogio da Valico. Padre Francesco Maria non dimenticò mai il convento di Cetona, ove nel 1212 era passato il Santo di Assisi.
In quegli anni il convento del Borgo era un luogo di studio della filosofia ed in quello di S. Cerbone, a Lucca, si studiava la teologia; e così Padre Francesco Maria, dopo un concorso dato a Fiesole per l’insegnamento della filosofia, nel 1736, tornò, proprio, nella sua terra di Borgo a Mozzano, come docente e come predicatore, in quel convento dove era entrato ragazzo. Nel 1739 ottenne l’insegnamento della teologia a S. Cerbone, nel 1742 ottenne il titolo di “confessore ed esaminatore della Provincia” e la stessa Curia Vescovile di Lucca lo nominò “decisore dei casi morali”. Insegnava a S. Cerbone quando tra lui ed il Santo Leonardo da Porto Maurizio, che aveva fatto maturare la sua vocazione, divennero evidenti l’amicizia, la stima e la collaborazione, tanto che il Santo, scrivendo all’abate Girolamo Buonvisi di Lucca, gli raccomandò il Padre Giudici come “persona sicura”. Nel 1743 il Padre Francesco Maria Giudici scelse un “convento ritiro”, alla maniera di San Leonardo e si ritirò nel convento eremo di Belverde, presso Cetona, dove visse per 18 anni. Tra i documenti che riguardano il nostro frate c’è anche una lettera di Padre Francesco Maria del 2 febbraio 1743, inviata al fratello Leonardo Giudici, che era “rettore di Anchiano”, nella quale scrive: “Io partirò a breve per Sinalunga... Mi favorisca, giacché non posso moltiplicar lettere, di riverirmi il P. Guardiano del Borgo, il P. Paolino e fra Ginepro e li dica, specialmente a fra Ginepro, che preghino per me... ”.
Molti furono i seguaci di Francesco Maria Giudici, tanto che il convento di Belverde divenne piccolo ed egli scelse un convento più grande, quello di Fontecastello di Montepulciano, dove rimase tre anni. Nel Capitolo di Lastra a Signa del 10 agosto 1768 il frate anchianino fu eletto al governo della Provincia, in qualità di Definitore e, nel Capitolo celebrato a La Verna  nel 1771 fu scelto come Ministro Provinciale. Le cronache ci tramandano che Padre Giudici morì “nel convento di Cetona nel concetto del buon servo di Dio e fu sepolto a parte”; ed in quelle del convento di Cetona si legge che Padre Francesco Maria fu “religioso chiaro per bontà di vita, innocenza di costumi, di eroismo per ogni virtù, e specialmente dell’umiltà, dell’obbedienza e di zelo per la salute delle anime, per il che faticò assai, sia con prediche, esortazioni, consigli, esercizi e missioni al popolo fino al termine della sua vita”.
Il 23 febbraio 1793, essendo Pontefice Pio VI e Granduca di Toscana Pietro Leopoldo, alla presenza del Vescovo di Chiusi e Pienza Mons. Giuseppe Pannilini, si fece l’esumazione del corpo del Padre Francesco Maria d’Anchiano, defunto il 24 settembre 1782. Il cadavere fu riconosciuto, dalla statura, dall’abito e dal cordone, sia da un becchino che aveva proceduto alla sepoltura, sia da Padre Clemente da Limano. “Il corpo era incorrotto, anzi flessibile ad eccezione dei gomiti delle braccia... Ripulito dal fradiciume, il corpo fu chiuso e sigillato nella medesima cassa e seppellito in luogo
separato tra la scalinata del presbiterio e l’altare della SS. Concezione”, sempre nel convento di Cetona. Nell’iscrizione fu messa la data del 16 gennaio 1795. La gente, dice Padre Giovannetti, continuò a lungo a portare fiori ed a pregare sui resti del Padre Francesco Maria Giudici.
Nei mesi in cui scrivevo il mio libro, avevo cercato di ottenere notizie sul convento di Cetona e sull’esistenza di qualche ricordo del nostro frate anchianino, interessando della ricerca la Misericordia di Cetona. Purtroppo i riscontri che mi arrivarono furono negativi.
Il 25 aprile 2014 ho fatto una classica gita “fuoriporta” e mi sono recato a Cetona; visitando, prima, il convento romitorio di Santa Maria di Belverde e poi il convento di S. Francesco di Cetona, entrambi appartenenti alla Comunità Mondo X, fondata da Padre Eligio.
Le due strutture francescane sono state recuperate in maniera splendida dai giovani della comunità, che vivono una faticosa ma bella esperienza di vita insieme, che li aiuta a superare disagi e difficoltà. L’accoglienza che ho ricevuto è stata davvero positiva e, appena entrato nella chiesa del convento, ho notato sulla parete destra, vicino alle scale che portano al presbiterio, una lapide in marmo con iscrizioni in latino. Si trattava in realtà di due lapidi, posta una sopra l’altra, scritte con stessi caratteri: una, datata 1715 ricordava un certo Padre Egidio da Celle, mentre l’altra ricordava proprio il nostro “P. Francisci Mariae ab Anchiano”.
Ecco il testo completo della lapide nella iscrizione latina e la traduzione effettuata dall’anchianino Roberto Guastucci:
HIC - IN PACE CHRISTI REQUIESCUNT OSSA VENER: SERVI DEI P. FRANCISCI MARIAE AD ANCHIANO - INCENSI SACER: ORD: MIN: S. FRANCISCI REFOR: - IVI OBIIT IN COENOBIO S. FRANCISCI SCITHONII DIE 24 SEPTEMBRIS ANNI 1782.
QUI - NELLA PACE DI CRISTO RIPOSANO LE OSSA DEL VENERABILE SERVO DI DIO PADRE FRANCESCO MARIA DA ANCHIANO - ILLUMINATO SACERDOTE DELL’ORDINE RIFORMATO DI S. FRANCESCO – QUI NEL CONVENTO DI S. FRANCESCO DI CETONA MORI’ IL 24 SETTEMBRE DELL’ANNO 1782.
Al termine della mia visita al convento ho incontrato e salutato il fondatore della Comunità Mondo X Padre Eligio (al secolo Angelo Gelmini), presbitero, che negli anni ’70 è stato particolarmente noto per essere stato “consigliere spirituale del Milan” ed amico personale di Gianni Rivera. Padre Eligio ha fondato la “Comunità Mondo X”, per il recupero di giovani disagiati, che gestisce numerose strutture in Italia e all’estero.
Di sicuro a tutti gli anchianini farà piacere conoscere che un loro concittadino, francescano riformato, vissuto in odore di santità, è ricordato come “illuminato sacerdote" nel bellissimo convento di Cetona.
Spero che mi sia data la possibilità, con la collaborazione del parroco Don Luigi e di persone che ne conoscano le carte, di accedere all'archivio parrocchiale per approfondire la conoscenza di Giacomo e della "nobile famiglia Giudici".


(1)Il libro “Il Convento di San Francesco del Borgo” – Maria Pacini Fazzi Editore – è disponibile presso la Misericordia di Borgo a Mozzano
 







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