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Storia di una vecchia busta di foto: erano "le opere del regime".

Quante casualità ci capitano nella vita, le più disparate.
Una di queste è la storia di una vecchia busta che mi fu data, circa 50 anni fa, da una persona carissima, Adolfo Tomei, che faceva l'amministratore del mensile "Il ponte del diavolo". Ne curava con scrupolo l'amministrazione, ma provvedeva anche alla spedizione postale dei giornali agli abbonati. Il suo ufficio era al Circolo l'Unione, in una piccola stanza che ora non esiste più, incorporata in quello che oggi è il bar (nella foto la saletta del Circolo Unione dove si trovava l'ufficio del giornale - durante il fascismo era la saletta delle "audizioni radiotelefoniche").
Io abitavo davanti al Circolo e così Adolfo mi chiese di aiutarlo nel suo lavoro di spedizione, cosa che io feci.
Mi sentivo importante, ascoltavo i suoi racconti e  i suoi aneddoti sulla storia e sulla vita del Borgo, assistevo alle riunioni degli uomini che facevano il giornale: Francesco Gherardi, Piergiorgio Pieroni, Mario Prosperi, Roberto Guastucci, il maestro Nardo Nardi, Alvaro Carlotti; ed io, giovane sbarbatello, mi sentivo uno di loro.
Un giorno Aldofo Tomei mi dette una busta di vecchie fotografie, dicendomi che erano foto del periodo fascista e che le aveva salvate dalla distruzione e che, se mi interessavano, potevo tenerle.
Io ho conservato quella busta e quelle foto, che talvolta pubblico e che sono parte della nostra storia. Se Adolfo non me le avesse date, nessuno le avrebbe mai viste. Sulla busta, che ancora conservo, c'era scritto..."foto dell'era funesta".

Nelle immagini,  che potrete sfogliare, inserirò piano piano tutte quelle foto.

27 dicembre 2015







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