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ANNIBALE D'OLIVO: NEL 1916 MORIVA DA EROE NELLA GRANDE GUERRA, CONQUISTANDOSI UNA MEDAGLIA AL VALOR MILITARE...

Questo articolo è stato pubblicato sul n. 470 del mensile "Il ponte del diavolo"  (pag. 8).

La "grande guerra" durò dal 1915 al 1918; fu quindi anche una lunga guerra, di cui nel 2015 si è ricordato il centenario dell'inizio; fu una una guerra di grandi lutti, se si pensa che gli italiani caduti furono 1.240.000, di cui 651000 militari e ben 589000 vittime civili.
Di quel conflitto io voglio ricordare un "eroe" borghigiano, che, cento anni fa,  sull' Altopiano di Asiago, guidò all'assalto i suoi fanti rimanendo falciato dal fuoco austriaco.
Era Annibale D'Olivo, classe 1890....


"Comandante di una compagnia, per vincere un istante di esitazione della propria truppa sottoposta a forti perdite a causa del violento fuoco nemico, nell'imminenza dell'assalto, balzava per primo fuori dalle trincee, e, con slancio e coraggio ammirevoli, si spingeva avanti, trascinando i suoi uomini con l'esempio, finchè cadde gloriosamente sul campo, fulminato da una palletta di shrapnel avversario. - Monte Rasta, 11 - 13 luglio 1916."
Questa è la motivazione con cui il Ministero della Guerra, in data 2 marzo 1918, "Ha conferito la Medaglio d'Argento al valor militare, coll'annesso soprassoldo di Lire cento annue al Tenente di complemento del 126° reggimento fanteria D'OLIVO ANNIBALE di Borgo a Mozzano (Lucca)."
Siamo nel 1916, il secondo anno di guerra dell'immane conflitto che insanguinò l'Europa ed accellerò i cambiamenti epocali del vecchio continente e del mondo intero. E sul Monte Rasta, nell' altopiano di Asiago, moriva un giovane padre di Borgo a Mozzano, vittima del dovere e del suo coraggio. Sono trascorsi cento anni da quell'anno.
Nel 2015 in Italia ed in Europa si è ricordato,  più per burocrazia ed obbligo  che per sentimento. il 1915 come l'inizio della "grande guerra", che durò ben quattro anni e che fu una grande, immane  tragedia, anche se per l' Italia fu il completamento dell'unità e del risorgimento.
Sapevo che Annibale D'Olivo era caduto da valoroso sull'altopiano di Asiago, perchè ne avevo sentito parlare in casa e mi ero spesso soffermato davanti alla lapide che lo ricorda nel cimitero di Borgo, perchè avevo conosciuto le figlie, Alda e Maddalena ed i nipoti Giovanni e Felicetta Risoli.
Avevo sentito parlare di lui anche dal fratello Aldo D'Olivo, che è stato un grande punto di riferimento per la comunità borghigiana e  Sindaco dal 1951 al 1964. Anch'egli combattente della grande guerra, si era preso carico di allevare e curare le figlie di suo fratello, diventando, di fatto il loro secondo padre e il nonno dei figli di Maddalena.
Nel 2015 Lia Catarsi Del Guerra, imparentata con la famiglia D'Olivo, mi consegnò un bellissimo ritratto a carboncino di Annibale D'Olivo in divisa da ufficiale di fanteria, realizzato dal pittore e scultore Ubaldo Del Guerra e la cosa mi stimolò a cercare ulteriori notizie di quel nostro "eroe" della grande guerra, pensando che, attraverso il suo ricordo, avrei potuto far memoria dei tantissimi caduti del nostro territorio in quel primo conflitto mondiale, a cui avevano partecipato anche i miei nonni, paterno e materno, Roberto Brunini e Attilio Fini. Avrei così onorato coloro che, per la mia generazione erano caduti nella "guerra dei nonni", così come avevo reso onore ai commilitoni di mio padre caduti nella tragica campagna di Russia (1941/1943) del secondo conflitto mondiale, scrivendo insieme a Marcello Martini il libro "Dal Serchio al Don solo andata" - Vanzi Editrice 2010.
Mi sono pertanto rivolto  all'amico Giovanni Risoli chiedendo se aveva documenti di suo nonno e, dopo un pò di tempo, Giovanni mi ha consegnato una busta con i "ricordi" del nonno Annibale.
In quella busta c'erano le "reliquie" del padre, che la mamma di Giovanni, la Maestra Maddalena, aveva custodito per tutta la vita come unica traccia tangibile di un padre che aveva appena conosciuto (Maddalena era nata a Genova nel novembre 1913, mentre la sorella Alda era nata al Borgo nel gennaio del 1915).  
Ho aperto quella busta con il rispetto dovuto alle "reliquie" e ho trovato l'attestato della medaglia d'argento (n. 29457 del 2 marzo 1918), a cui era spillata anche la medaglia, con il nome inciso ed il nastrino blu. C'erano altri documenti riguardanti Annibale e un giornale dell'epoca (Il Messaggero Toscano del 5 novembre 1918) che riportava il famoso "bollettino della vittoria" del Maresciallo d' Italia Armando Diaz.
Ma la cosa più particolare era un piccolo portafoglio in pelle, sdrucito e consunto, che il tenente Annibale aveva in tasca nel momento in cui era caduto sotto il fuoco nemico. L'ho aperto con calma ed ho trovato la foto della moglie...., un biglietto da visita del "Rag. Annibale D'Olivo",  un santino con la "preghiera del soldato", un santino di "Gesù Bambino" che riporta il nome della figlia più piccola (dalla tua Aldina 17.6.1915) ed un santino dedicato al "Sacro Cuore di Maria". C'era anche una bustina di "chinino di stato", che i soldati usavano in funzione antimalarica. Insieme a queste poche  cose si trovava un piccolo lembo di stoffa tricolore con lo stemma sabaudo.
Altra cosa interessante che ho trovato nella busta è stato un opuscolo, stampato dall' Istituto Tecnico di Lucca (Annibale D'Olivo si era diplomato ragioniere presso quella scuola) dedicato "agli alunni caduti per la Patria nella guerra 1915 - 1918".
E' in questo testo che si trovano tutti i riferimenti alla vita ed alla carriera di Annibale D'Olivo, che "nacque a Borgo a Mozzano il 14 settembre 1890, da Elidamo e Maddalena Carosio. Studiò all' Istituto Tecnico "Francesco Carrara" conseguendo il diploma di ragioniere.  Concorse nell'amministrazione pubblica e fu destinato alla Regia Intendenza di Genova. Alto di persona, continua il testo, amava intensamente la giovane sposa Maria Teresa Fazzi e le due tenere e graziose figlie, il padre, il fratello, le sorelle; amava molto lo studio ed il lavoro." Poi arrivano i riferimenti alla guerra: "combattè da eroe a Plava il 26-6-1915, al Sabotino il 20-7-15, a Globna il 1-11-15, a Zagora il 10-11-15, dove il suo battaglione fece 250 prigionieri, a Oslavia il 24-11-15. Fu apprezzato ed amato da tutti, soldati e ufficiali...per il suo carattere leale e per l'ardito valore."
Morì aul Monte Rasta il 13 luglio 1916,  mentre trascinava i suoi uomini all'assalto del nemico.
Un soldato della sua compagnia, scrivendo al padre, così parlò: "...tutti i soldati lo piangono per la sua bontà. Noi tutti ne eravamo orgogliosi e sapendo di essere guidati da lui qualsiasi impresa ci pareva facile...".
Proprio nel testo stampato dall' Istituto Tecnico "Francesco Carrara" di Lucca, si trovano i nomi e i riferimenti di altri due borghigiani che avevano frequentato quella scuola, caduti anch'essi nella grande guerra. Il primo è Ettore Santini, nato a Valdottavo l'11 novembre 1891, figlio di Giorgio ed Elisa Pasquini, sottotenente del 14° bersaglieri. Il 4 novembre 1916 a Cima Dodici, fu ferito mortalmente dallo scoppio di una bomba a mano; morì il 7 novembre in un ospedale da campo a Enego e lì fu sepolto. Il secondo è Arnaldo Lotti, nato a Borgo a Mozzano il 1 marzo 1892, figlio di Amerigo e di Zoe Barsi, sergente di fanteria. Fu gravemente ferito il 27 novembre 1915 ad Oslavia. Ricoverato prima in ospedale da campo e poi in quelli di Verona e Lucca, morì il 4 aprile 1916. La salma è sepolta nel cimitero di Borgo, prima tomba  a sinistra entrando nel viale centrale.
A cento anni dalla loro morte, con questo ricordo, abbiamo reso gloria a tutti i caduti della grande guerra 1915 - 1918.
 
Gabriele Brunini  -  febbraio 2016


I ricordi e gli effetti personali del caduto sono stati consegnati dalla famiglia alla Misericordia di Borgo a Mozzano e saranno custoditi nella biblioteca del convento di S. Francesco.
 
 
 
 







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