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QUANDO IL DUCE PASSO' DA BORGO A MOZZANO...era il 15 maggio 1930

Il Rettore della Parrocchia di S. Rocco di Borgo a Mozzano, don Agostino Farnocchia, pubblicò, per un certo numero di anni, un bollettino parrocchiale, che usciva con cadenza mensile, dal titolo "Sprazzi di Luce". La pubblicazione era stampata a Montecatini e conteneva informazioni, di carattere religioso, di livello nazionale. Una pagina era dedicata alla vita delle singole parrocchie che si avvalevano della rivista, così come faceva quella di S. Rocco di Borgo a Mozzano.                                                                         
Ho rintracciato la raccolta di "Sprazzi di Luce", che va dal 1918 al 1932, anno in cui don Farnocchia lasciò Borgo a Mozzano, dove aveva svolto la sua missione sacerdotale per circa 40 anni. La raccolta è davvero molto interessante perché ci fornisce tante piccole notizie della Parrocchia, che fu in origine Cerreto di Sotto e poi solo S. Rocco, sulla vita di Borgo a Mozzano, riportando episodi e fatti di vita quotidiana, che oggi sono storia, e di cui, certamente, si sarebbe perduto il ricordo. E così sarebbe stato anche per il passaggio da Borgo a Mozzano di "Sua Eccellenza il Duce, Benito Mussolini".                                   


Il  Capo del Governo fece una importante visita a Lucca il giorno 12 maggio del 1930, trattenendosi poi in Lucchesia, in forma privata, fino al giorno 16, risiedendo nella prestigiosa Villa Mansi di Segromigno in Monte. Di questo soggiorno si trova notizia nel bollettino parrocchiale "Sprazzi di Luce" che, solitamente, non era uso trattare di vicende politiche nazionali o locali. Nel numero di giugno 1930, però, si  fa una eccezione, intitolando un pezzo (scritto sicuramente dal Rettore don Agostino Farnocchia): 
"S.E. MUSSOLINI DI PASSAGGIO FRA NOI".                                                                   
Scrive dunque don Farnocchia in apertura del testo: "La mattina del 12 maggio, da tutti i paesi della nostra Provincia, si riversarono in Lucca gruppi numerosissimi di gente, rappresentanze di fasci, di combattenti, di associazioni di ogni specie, per vedere ed acclamare il Capo del Governo, S. E. Mussolini, che veniva ad onorare la Città colla sua presenza". Il bollettino informa poi che Mussolini rimase in forma privata presso Lucca, fino al 16 maggio, risiedendo nella Villa Mansi, "effettuando delle escursioni in vari luoghi della Provincia. Il giorno 15 maggio 1930 - prosegue il resoconto di "Sprazzi di Luce"- il Duce si recò a visitare la tomba di Pascoli; in tutte le borgate , in tutti i paesi, attraversati dal Duce, si svolsero scene di entusiasmo". Il corteo di auto del capo del Governo, proveniente da Lucca, percorse sicuramente la Statale n. 12 e la popolazione di Borgo a Mozzano l'attese al "ponte del diavolo". Ecco la descrizione del passaggio:"Tutta la nostra popolazione ne attese il passaggio presso il Ponte della Maddalena. Appena comparve l'automobile del Duce, la folla scattò in una ovazione vibrante ed entusiastica al grido di: Viva il Duce".     

Il corteo di auto proseguirà poi per Bagni di Lucca, entrando dalla piazza del Ponte d'Oro a Chifenti ed attraversando il "ponte delle catene" del Nottolini (come testimonia una foto dell'Istituto Luce che pubblico nelle immagini di questa pagina). Dopo Bagni di Lucca il Duce, nella giornata del 15, visiterà Castelvecchio Pascoli, la S.M.I. di Fornaci di Barga e poi Barga e il suo Duomo. Nell'occasione il Duce darà a Barga il titolo di "città".

Al ritorno è molto probabile che  il corteo di auto di Benito Mussolini abbia percorso la strada Lodovica, visto che la popolazione di Borgo a Mozzano attese  il passaggio presso il "ponte pari", come testimonia, ancora, il resoconto di Don Farnocchia su Sprazzi di Luce: "Al ritorno di Lui, il popolo era in attesa presso il Ponte Pari, e volle ripetergli ancora una volta il grido di esultanza, di ammirazione e di gratitudine per quanto il Duce ha fatto a vantaggio della Patria, liberandola dal bolscevismo, e a vantaggio della religione, ridonando tranquillità alle coscienze cattoliche coll'auspicata conciliazione". E dopo questo "forte" giudizio politico, che testimonia quale fosse il "consenso" di cui godeva in quegli anni il fascismo e Mussolini, l'articolo del bollettino si chiude con questa frase: "Il Duce, commosso, ebbe per tutti un sorriso di soddisfazione".

Pubblicato il 25.11.2017
 







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