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LA PESTE DEL 1630 E IL CORONAVIRUS DI OGGI...

In questi giorni così difficili, durante i quali si vive in casa ad ascoltare bollettini di notizie sempre più proccupanti, in molti si rifugiano nella lettura e, a molti, torna alla mente il capitolo XXXI de "I PROMESSI SPOSI" di Alessandro Manzoni, che aveva come sottotitolo quello di "Una storia milanese del XVII secolo".

La peste arriva in Italia con le truppe alemanne. Inizialmente nessuno la prende sul serio. C'è chi minimizza, chi deride le preoccupazioni dei pochi che si accorgono che il problema è più serio di quel che si crede. Vengono adottate misure, che però sono insufficienti e arrivano troppo tardi. Il contagio dilaga, dapprima in Lombardia e poi in tutta la penisola. C'è anche un dottor Burioni ante litteram, che cerca di mettere in guardia le istituzioni, ma invano (questi era il "protofisico Lodovico Settalla").

Qualche anno fa, scrivendo il libro "IL CONVENTO DI SAN FRANCESCO DEL BORGO" dedicai un capitolo a quella pestilenza che, colpendo molte parti d'Italia, colpì anche la nostra terra e la Lucchesia, con un gran numero di morti.
Me ne occupai perchè, secondo i resoconti storici del tempo, molte comunità furono risparmiate dal morbo e dai lutti grazie all'intercessione di Santi protettori, che Borgo a Mozzano identificò nell'antico Crocifisso, custodito nel suo oratorio nella parte sud del paese; che divenne poi a metà dell'ottocento la grande chiesa accanto alla sede storica della Misericordia,oggi chiusa a causa della scossa di terremoto del 2013. Il Crocifisso miracoloso è custodito oggi nella chiesa di S. iacopo, in un altare del lato dx entrando, tra la porta della canonica e il grande ciborio dorato che si trova a destra dell'altar maggiore.

Gabriele Brunini 
 

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