home
• Home • Spigolando tra storia e ricordi personali • Commenti • Biografia • Video • Contatti

FORSE SI COMINCIA FINALMENTE A PENSARE AL DOPO BERLUSCONI...che è già arrivato...

MAURIZIO LUPI, Ministro delle Infrastrutture, ha rilasciato una interessante intervista a LA STAMPA, pubblicata il giorno 19 novembre 2013, nella quale conferma l'idea di lavorare per un grande schieramento di centro destra alternativo alla sinistra che sia davvero, l'atteso, DOPO BERLUSCONI.
Speriamo....

ECCO L'INTERVISTA:

 
Lupi, è vero che Nuovo Centrodestra è nato in Vaticano?
Credo che dovremmo smettere con la cattiva abitudine di tirare per la giacca, o meglio per la tonaca. Ho sempre riconosciuto alla Chiesa la funzione fondamentale di forte testimonianza e di richiamo alle ragioni che ci spingono a impegnarci in politica. Ma mai e poi mai mi sarei permesso di coinvolgerla in una nostra iniziativa. Né la Chiesa ha cercato di coinvolgere noi.
 
Le riunioni oltre Tevere?
Pura fantasia. Lo scopo è sempre lo stesso: strumentalizzare la Chiesa. L’avevano fatto anche con Monti, e prima ancora con Berlusconi. Ma poi, mi scusi: come sarebbe stato possibile? Fino a venerdì sera, abbiamo tentato in ogni modo di non rompere il Pdl! E poi c’è un altro fatto evidente che smentisce quei retroscena.
 
E quale?
Si sostiene che in Vaticano abbiamo lavorato per ricostruire un nuovo centro. Ma noi stiamo andando da tutt’altra parte. Vogliamo fare un nuovo centrodestra alternativo al centrosinistra. Infatti oggi il primo incontro che abbiamo avuto Alfano ed io è stato con la Lega di Maroni.
 
Che coalizione volete costruire?
Un centrodestra che non può essere estremista. Che non può non accettare la sfida di questo momento storico: sostenere un governo che porti l’Italia fuori dalla crisi. E che faccia le riforme che ci eravamo impegnati a fare con i nostri elettori.
le intenzioni di voto IPSO 17 novembre 2013
 
Dopo la scissione il governo è più forte?
Io intanto mi auguro che Forza Italia continui a sostenerlo. Poi, guardi: la forza di questo governo, quando è nato, era l’impegno a tenersi fuori dal conflitto politico. Ce lo avevano chiesto gli italiani, che volevano una pacificazione per affrontare i problemi economici del Paese.
In agosto, la condanna a Berlusconi ha riportato il conflitto al centro del dibattito, e ogni giorno ci chiedevamo se il governo potesse durare o no. Adesso questa incertezza non ci sarà più e il Pd non ha più alibi.
 
Voi pensate di accettare senza reagire la decadenza di Berlusconi?
No. Voteremo contro e faremo fino all’ultimo la nostra battaglia. Ma questo non può mettere in discussione il governo. Ci siamo dati una scadenza, che è il marzo 2015, e dobbiamo arrivarci raggiungendo gli obiettivi che ci siamo posti.
 
Come sono adesso i suoi rapporti personali con Berlusconi?
Sono stati e sono tuttora molto buoni. Noi non abbiamo mai lavorato per dividerci. Abbiamo chiesto a Berlusconi di non lasciare il partito in mano agli estremisti; di mettere al cuore delle cose il senso di responsabilità e il bene comune. Lui ha fatto scelte diverse. Ma la mia lealtà nei suoi confronti non è e non sarà in discussione.
 
Lo pensa anche lui?
Io credo che, pur nell’amarezza, abbia capito le ragioni delle nostre scelte. Non penso che ci consideri dei traditori.
 
Vi accusano di opportunismo, dicono che voi stavate con Berlusconi solo perché lui porta i voti.
Veramente ho sentito pubblicamente dire dai lealisti che bisogna stare con Berlusconi perché i voti li ha lui. Questa è la differenza tra noi e loro. Noi siamo stati con Berlusconi affascinati dal suo progetto per il Paese e dal suo carisma. Non per i suoi voti. Oggi abbiamo una nuova sfida: non accontentarsi di essere un partito del venti per cento e riconquistare i tanti elettori che non ci hanno più votato.
 
Quando ha sentito l’ultima volta il suo ormai ex presidente?
Venerdì sera. Era dispiaciuto. Come tutti noi.
 
Quanto le è costato dirgli addio?
Molto. È chiaro che la separazione è stata una sconfitta per tutti. Ma quello che è successo in questi giorni mi ha fatto capire che, come sempre, quando si vuol bene a una persona e a una storia bisogna mettere davanti il vero bene di tutti. Dell’Italia, ma anche del partito e dello stesso Berlusconi.
 
I falchi non hanno voluto bene al Cavaliere?
Non mi permetto di giudicare. So solo che la scelta dei falchi rischia di far precipitare tutti nel buio: l’Italia e Berlusconi.

Pubblicata da Gabriele Brunini il 19.11.2013







www.gabrielebrunini.it - Cookie Policy - Privacy - Sitemap