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LA DEMOCRAZIA SI ESERCITA IN PARLAMENTO di Giampaolo Rossi

Erano partiti per aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Oggi sono loro a sembrare dei tonni in scatola, tranciati dentro regolamenti e liturgie istituzionali che non sembrano riuscire a comprendere. In questi primi giorni di legislatura i grillini non hanno brillato per efficacia e capacità; niente di preoccupante, sia chiaro, normale difficoltà di adattamento dovuta al fatto che stanno iniziando a capire che la politica non è uno spettacolo di piazza, la democrazia non è una manciata di “like” su Facebook e governare un paese non è come gestire un blog. Il loro sforzo però è encomiabile: cercare di passare in breve tempo da rompiscatole ad apriscatole merita un riconoscimento. Molti di loro susciterebbero pure simpatia se si togliessero quell’aria arrogante e ottusa tipica dell’imbecillismo ideologico di cui sono infarciti, magari ricordandosi che, prima che essere uno “tsunami”, sono il prodotto da laboratorio di un comico miliardario e di un grande visionario del web che stanno facendo su di loro le prove tecniche dei cavoli propri. Alcuni lo stanno capendo e il futuro del M5S si giocherà sulla tenuta di questa contraddizione.
Il vero problema dei grillini non è l’ignoranza su come funziona la politica, ma l’ignoranza su cosa sia la politica. Ed è su questa ignoranza che Grillo impone il suo delirio e Casaleggio i suoi esperimenti.

Da 2000 anni l’uomo è uno “zoon politikon”, un animale politico. Definizione coniata da quel sapientone di Aristotele per spiegare la sostanziale natura politica dell’uomo. L’intero pensiero occidentale si è sviluppato attorno a questa immagine, che è servita (e serve tuttora) a legittimare la supremazia della politica su qualsiasi altra forma di organizzazione della vita umana: dall’economia alla tecnica. Persino il conflitto tra Stato e Chiesa, che ha caratterizzato per secoli la storia europea, si è giocato sul tentativo di definire nello spazio umano la superiorità della dimensione politica su quella religiosa, contro il tentativo di mescolamento dei piani; Cesare e Dio non potevano essere la stessa persona, né ricoprire lo stesso ruolo.
Ma affermando che l’uomo è un animale politico, Aristotele non voleva dire che tutti gli uomini possono essere politici o che la politica esiste sempre laddove ci sono degli uomini. Per esempio, schiavi e barbari (cioè i sudditi delle tirannie orientali) erano esclusi dalla definizione di politikon. Per Aristotele e per i greci, ciò che definiva la politica non era l’uomo, ma la polis, lo spazio fisico di relazione e di libertà. Fuori dalla polis non esisteva libertà e quindi non esisteva politica.
Le democrazie moderne sono nate per trasferire questa idea di libertà in uno spazio più ampio della polis greca, allargando il più possibile il diritto alla partecipazione politica. Questo spazio è il Parlamento, luogo nel quale opera l’intero corpo sociale. Nel Parlamento è rappresentata la Nazione ed è per questo che ogni eletto, per dettato costituzionale, deve agire ”senza vincolo di mandato”, principio di libertà che a Grillo fa paura.
Quando i grillini inneggiano alla democrazia diretta (della rete o della piazza)  e vogliono aprire il Parlamento come una scatola di tonno, dovrebbero perlomeno saper distinguere un tonno da un’aringa, altrimenti rischiano di aprire la scatola sbagliata. Si può criticare la degenerazione dei partiti, l’inadeguatezza della classe politica, reclamare più trasparenza nei processi di governo, ma ogni tentativo di trasferire la legittimità fuori dal Parlamento elimina l’unico controllo reale dei cittadini nei confronti della res publica. Grillo e Casaleggio non vogliono cambiare la democrazia, ma eliminare la politica come rappresentazione simbolica e come dimensione di sovranità. In questo sono perfettamente funzionali a quei poteri tecnocratici che non aspettano altro che liquidare la politica per prenderne il posto.
Ogni processo storico che punta a limitare gli spazi di libertà, ha i suoi utili idioti. I grillini, rischiano di essere questo, con o senza apriscatole.

© Il Tempo, 26 Marzo 2013







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