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MIO NONNO ATTILIO FINI: UNA VITA INTENSA E AVVENTUROSA, FIN DALLA NASCITA... Nella guerra di Libia (1913) si meritò una Medaglia al Valore.

Delfo Carnicelli (1903-1987) è stato una persona speciale; un borghigiano "storico" (come l'ho definito anche in un altro articolo di questo sito), che ci ha tramandato, attraverso articoli, scritti per il mensile "Il Ponte del Diavolo",  tante notizie su fatti e persone della comunità borghigiana, di cui lui era stato testimone e conoscitore.
Nel 1967, morì il mio nonno materno Attilio Fini (1890-1967) e Delfo, che di mio nonno era stato grande amico,  scrisse un pezzo sul mensile borghigiano che mi ha permesso, rileggendolo dopo tanti anni, di approfondire notizie che, altrimenti, sarebbero andate assolutamente perdute.
Le informazioni  che il Carnicelli forniva in quell'articolo  sono davvero tante, a partire dall' accenno alla  "strana avventura" della nascita di mio nonno. Al Borgo, infatti, tutti lo conoscevano come "il Frangioni", ma il suo cognome era Fini, perchè così era stato registrato al Comune di Firenze, dove era nato il 18 gennaio 1890 "a ore due e minuti trenta". I coniugi Frangioni, abitanti nel Mugello e senza figli, lo avevano ottenuto in affidamento; e con quel bambino erano arrivati a Borgo a Mozzano, perchè Leonello Frangioni lavorava alla costruzione della linea ferrata (l'attuale linea Lucca - Aulla). E così mio nonno seppe di chiamarsi Fini solo quando andò a scuola; e solo allora seppe che i Frangioni non erano i suoi veri genitori.
Di quella  strana "avventura" della nascita di mio nonno, oggi sono in grado di avere migliori informazioni, perchè ho potuto rintracciare notizie all' Ospedale degli Innocenti di Firenze, dove mio nonno era stato lasciato il giorno dopo la nascita.
Dal "REGISTRO DELLE BALIE E DEI BAMBINI DELL'ANNO 1890" di detto OSPEDALE DEGLI INNOCENTI, con provenienza Firenze, al giorno 19 gennaio 1890, risulta entrato:  "ATTILIO FINI, LIONELLO, GIUSEPPE di genitori incogniti. Il bambino risulta introdotto alle ore 9,15 dalla levatrice Luisa Masini, che lo dichiarò nato il 18 gennaio 1890 a ore 2 pomeridiane da donna non unita in legittimo matrimonio". La levatrice dichiara anche che "la creatura di sesso mascolino...non presenta segni di malattia sifilitica". Dall'archivio dell'Ospedale, il bambino risulta "Battezzato al Sacro Fonte di San Giovanni Battista con i nomi e cognome suddetti come figlio naturale di Caterina di Giuseppe Fini. Recapito in filza n°157". Dal certificato di Battesimo, avvenuto il giorno 19 gennaio 1890 "al Sacro Fonte dell'oratorio di S. Giovanni Battista" (il giorno dopo la nascita), ai nomi di Attilio, Lionello, Giuseppe, risulta aggiunto anche quello di Maria. "Il Battezziere" risulta il Sac. Onorato Signorini.
Le notizie dell'Archivio "Degli Innocenti" non finiscono qui e danno dimostrazione di come  il sistema assistenziale funzionasse anche ai tempi del Crispi...
Fin dal giorno successivo all'abbandono (il 20 gennaio 1890) mio nonno viene "dato a balia a latte alla Adelaide moglie di Ottavio Ciapetti del popolo di S. Margherita a Quorli Comune di Poppi". E  "il 25 maggio viene rimesso in casa per malattia del proprio figlio".
il 10 giugno 1890 viene "dato a balia a latte alla Cesira moglie di Pietro Morini del popolo della Santissima Trinità a Traversagna Comunità di Massa e Cozzile". Il 29 gennaio 1892 viene "rimesso in casa".
Il 4 febbraio 1892, finalmente, il bambino viene consegnato "a Filomena moglie di Lorenzo Frangioni del popolo di San Pietro in Vinculis Comunità di Borgo San Lorenzo". Quelli che mio nonno considererà i suoi genitori e con cui vivrà a Borgo a Mozzano, dove i Frangioni, con il bambino arriveranno il 4 febbraio 1893 (come testimonia una lettera del Sindaco di Borgo a Mozzano agli atti dell'ospedale che attesta che "il gettatello suddetto e i suoi tenutari dimorano nel Comune").
L'Archivio DEGLI INNOCENTI attesta le "giornate di baliatico e le somme pagate dal 20 gennaio 1890 al 18 dicembre 1899": lire 416.
Mia madre Flora avrebbe tanto desiderato conoscere i veri parenti di suo padre Attilio; pensando, giustamente, che se la vera madre lo aveva battezzato, come "figlio naturale di Caterina di Giuseppe Fini", lo aveva fatto per lasciare traccia...
Ma mio nonno Attilio, al contrario,  aveva sempre evitato ogni ricerca, per non far torto ai Frangioni, che gli avevano voluto tantissimo bene.
Le altre notizie che Delfo Carnicelli fornisce di mio nonno riguardano: le scuole elementari frequentate sotto la direzione del Maestro Pardini (scuola comunale); l'essersi cercato un lavoro giovanissimo, come "vetturale" con i barrocci di Camillo Guaspari; la partecipazione alla guerra di Libia nel 1913 ed alla prima guerra mondiale  del 1915-1918 (faceva parte della 1a Armata, come caporal maggiore del 5° reggimento fanteria - 3a compagnia) ; il bombardamento del 27 dicembre 1943 di aerei alleati, dove riportò gravissime ferite, mentre alla periferia di Lucca guidava il suo barroccio "carico di masserizie". Traportato all'Ospedale di via Gallitassi,  in condizioni disperate,  non si sarebbe certo salvato, se non fosse stato riconosciuto da un infermiere di Borgo a Mozzano, Dino Pierotti, che riusci ad aiutarlo, in quei momenti drammatici.
Ma "il pezzo forte" dell'articolo di Delfo Carnicelli è la "decorazione al valor militare" che mio nonno conquistò nella guerra di Libia (1911/1913). La decorazione è la "Medaglia di Bronzo al Valor Militare"; l'atto di valore è descritto nel "certificato" di conferimento della medaglia rilasciato dal Ministero della Guerra - Segretariato Generale - in data 29 dicembre 1913 - Numero d'ordine 6694: "HA CONFERITO LA MEDAGLIA IN BRONZO AL VALOR MILITARE AL SOLDATO DEL 23° REGGIMENTO FANTERIA, FINI ATTILIO ALBERTO DA FIRENZE, N. 39991 DI MATRICOLA". E questa è la motivazione della medaglia:
"Ferito leggermente da una pallottola alla gamba sinistra, non abbandonò il suo posto e provvide da sè a medicarsi, dopo che la compagnia ebbe raggiunto la posizione nemica, marciando poi col reparto tutta la giornata".
Il certificato risulta registrato alla Corte dei Conti il 20 aprile 1914 (48 grazie e concess. foglio 68).
Per quella medaglia il  ventiquattrenne Attilio ottenne una festa trionfale dai suoi paesani, riassunta con precisione da chi, come Delfo Carnicelli, l'aveva vissuta in prima persona. Di quella giornata conservo tanti documenti, custoditi con religiosità da mia madre e, perfino, due foto della cerimonia, che si tenne in piazza Garibaldi il 7 giugno 1914. Ma lasciamo parlare Delfo Carnicelli:
"7 giugno 1914, Festa dello Statuto. Da poco è finita la guerra libica. Il Borgo è pavesato a festa. Bandiere tricolori ad ogni finestra; manifesti colorati inneggianti alla Patria, all'Esercito coprono i muri.
In piazza Garibaldi è stato alzato un palco sotto i platani; è addobbato con drappi rossi e bandiere. All'ora convenuto, con la banda paesana e bandiera in testa, si forma un corteo interminabile. Le rappresentanze militari giunte da Lucca, le Autorità locali, le Associazioni: Circolo Unione, Circolo Spartivo Juventus, Club Sportivo Il Serchio, Società del Tiro a Segno, Confraternita di Misericordia, Associazione Croce Verde, Società di Mutuo Soccorso, Circolo dei Cacciatori e tutte le scolaresche si concentrano in piazza Garibaldi. Una selva di bandiere, una grande folla venuta anche dai paesi vicini".

Quello di Delfo è il racconto di un attento bambino di 11 anni che, da scolaro, è presente a quella giornata "memorabile". Vede le uniformi scintillanti degli ufficiali in grande uniforme, le loro medaglie, le sciabole luccicanti, il Sindaco in fascia tricolore, i pennacchi rossi e blu sui cappelli dei carabinieri.
Un manifesto (che ancora conservo) annunciava al popolo l'avvenimento eccezionale che Borgo a Mozzano viveva:
Comune di Borgo a Mozzano
Nel giorno di domenica 7 giugno corr. Festa dello Statuto Nazionale, in Borgo a Mozzano, con l'intervento di un Ufficiale appositamente inviato dal Comando di Presidio, verrà premiato, con medaglia al valor militare il soldato FINI ATTILIO, nostro concittadino, perchè nella battaglia di Assaba in Libia, per quanto ferito, non curò le sofferenze fisiche, e dimostrando coraggio non comune, proseguì il combattimento fino all'esito decisivo della vittoria.
Cittadini!
Al modesto giovane che seppe sacrificarsi per l'onore della Patria, e che ritornando fra noi mai fece pompa del suo valore, è doveroso oggi manifestargli i sentimenti di ammirazione e di riconoscenza. Accorrete quindi numerosi a formare il corteo che alle ore 14,28, dopo l'arrivo della Autorità Militare, dalla Stazione ferroviaria si recherà in piazza Garibaldi  per la solenne cerimonia.
Borgo a Mozzano, 1 giugno 1914 - Il Sindaco Libero Mezzetti

E' ancora Delfo Carnicelli, nel suo articolo del 1967, a descrivere le fasi salienti della cerimonia e la scaletta degli interventi: "Con voce commossa parlano dal palco molte persone che illustrano le gesta dell'umile soldato sotto l'infuocato sole della Libia. Parla il suo Maestro, l'insuperato educatore Alfredo Pardini, che forgiò il carattere dell'alunno; parlò il Sindaco (che era il valdottavino Libero Mezzetti) che sentiva l'onore del paesano valoroso; parlò con appassionata valente oratoria il farmacista dott. Luigi Amaducci (uno dei fondatori benemeriti della Confraternita di Misericordia) a nome del paese".
Un Ufficiale lesse la motivazione della medaglia al valor militare che venne appuntata sul petto del mio giovane nonno, sicuramente commosso e orgoglioso, che sicuramente sarà andato con il pensiero alla sua mamma che lo aveva abbandonato, chissà per quale motivo, all'Ospedale degli Innocenti, dopo averlo battezzato nel Duomo di Firenze.
Delfo Carnicelli riferisce di molti doni fatti al soldato dalle Associazioni paesane; tra questi conservo ancora l'orologio da tasca "Omega" con la dedica della Società del Tiro a Segno.
Oggi tutti quei cari ricordi, custoditi come reliquie in una scatola centenaria, sono tornati a vivere sul web.

Vedi tutte le foto storiche sfogliando le immagini.....

28 novembre 2014 - Gabriele Brunini


P.S. Su internet ho trovato questa notizia sulla battaglia di ASSABA DEL 23 MARZO 1913:
"Il 23 marzo del 1913 il generale LEQUIO sconfisse ad Assaba, in un memorabile combattimento, i berberi condotti da Suleiman El Barhuni"
Quel giorno c'era anche mio nonno e si meritò una medaglia....
  










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