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IL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO A LUCCA: I RICORDI DI UN GIOVANE CHE HA ATTRAVERSATO IL 1968 E GLI ANNI DI PIOMBO...ED E' SOPRAVVISSUTO, SENZA CAMBIAR BANDIERA.

Domenica 25 marzo 2018 il quotidiano LA NAZIONE, nella cronaca di Lucca, a pagina 12, ha pubblicato un articolo dal titolo "Il '68 nei ricordi dei "ragazzi" del MSI. Tante scazzottate, ma nulla di più", a firma di Fabrizio Vincenti. A corredo dell'articolo una foto piuttosto sbiadita di un gruppetto di giovani che, nella sede storica del Movimento Sociale Italiano di via del Moro n. 2, ascoltano seduti qualche relatore. Tra questi giovani ci sono anch' io (nella foto il primo a sinistra della prima fila). Leggendo le date sui manifesti che fanno da sfondo alla foto, penso che sia stata scattata alla fine del 1973 o ai primi dell'anno 1974; anni in cui partecipavo attivamente alla vita di federazione, da giovane militante della Giovane Italia, a cui mi ero iscritto fin dal 1967 (vedi la mia tessera della Giovane Italia nelle immagini a corredo di questo articolo). Nella foto pubblicata riconosco alcuni amici, come Frediano Bacci, Lido Fava, Roberto Bonelli, Umberto Menesini, Rizzo...
Guardando quell'immagine, assai sbiadita, mi è tornata alla mente l'emozione della prima volta che salì le scale di via del Moro ed entrai nella grande sala della federazione missina, pavesata di bandiere e manifesti. Ho rivisto, come in un film indimenticabile, piazza S. Michele gremita di gente per ascoltare Giorgio Almirante e ho riascoltato, nella mia mente, l' "Inno a Roma", di Giacomo Puccini che, immancabilmente, apriva e chiudeva ogni comizio del Partito.
C'era tanto entusiasmo, ma erano davvero anni molto difficili per chi aveva deciso, come me, di fare una scelta controcorrente, schierandosi a destra, nel Movimento Sociale Italiano che, per i più, era solo un movimento nostalgico e neofascista.
Con il 1968,  poi,  le tensioni si erano acuite;  sembrava, ormai,  che il moto di ribellione e di rivoluzione travolgesse tutto ciò che era stato fino a quel momento. Noi giovani del MSI ci ergemmo a difesa di valori e tradizioni e, perfino, a difesa dello Stato, che di certo non ci amava; mi domando, oggi, se quella fu una scelta giusta.
A partire dal 1967 e poi negli anni successivi la mia frequentazione della federazione missina di via del Moro fu davvero molto intensa, quasi quotidiana, e, in breve, entrai a far parte degli organi dirigenti,  prima in quelli della Giovane Italia, che era l'organizzazione giovanile del Partito e poi del Partito stesso, arrvando ad essere membro della "giusta federale". Di certo quella scelta e quella assidua frequentazione influì negativamente sul percorso di studi che avevo intrapreso (facoltà di giurisprudenza di Pisa).
Il Segretario della federazione lucchese (il federale) era, in quegli anni, Rino Nissim (classe 1909), apprezzato funzionario delle imposte di consumo, appartenente ad una importante famiglia di origine ebraica. Il federale era un signore burbero ed austero, ma persona carissima, che nutriva per me  considerazione e  affetto. Nissim aveva subito una operazione alla gola e quindi aveva difficoltà a parlare e così, molto spesso, affidava a me il compito di aiutarlo nel far conoscere la sua opinione e le sue decisioni.
Altre figure di primo piano nella federazione e nel Partito erano, in quegli anni, l'avvocato Aldo Campetti (classe 1906) consigliere provinciale, Danilo Ravenni (classe 1913), che era stato tra i fondatori del MSI, l'avvocato Giorgio Nencini (classe 1930), Renato Cervi (classe 1934), Ilio Lelio Martinelli, Fabio Dini, funzionario della Banca Nazionale del Lavoro e più volte consigliere comunale di Lucca; tra i più giovani del gruppo Claudio Riccardi (poi consigliere regionale) con cui ho mantenuto sempre una cordiale amicizia.. La presenza quotidiana in Federazione, con mansioni di "impiegato" l'assicurava Leo Landi che, come gli piaceva ricordare, era stato un impiegato della "Casa del Fascio" lucchese ed aveva vissuto, in prima persona, i momenti drammatici del 25 luglio 1943, che portarono alla fine del "regime". Ricordo che quando si entrava nella sua piccola stanza, anticamera di quella del Federale, il Landi era solito alzarsi in piedi, di scatto, per salutare, come evidentemente era abituato negli anni del suo lavoro. Ad aiutarlo ed a fargli compagnia, nel quotidiano lavoro di segreteria, c'era un altro pensionato molto attivo: Spartaco Ciani.
In quegli anni il compito di noi giovani era quello di fare proselitismo nelle scuole e di curare le campagne elettorali, girando ogni giorno quartieri della città e i paesi dell'intera provincia,  per annunciare, con gli altoparlanti piazzati su una vecchia cinquecento, prestataci da Rino Ponzi, manifestazioni, comizi o, semplicemente per invitare a votare "Fiamma Tricolore", come usava allora.
La provincia di Lucca era divisa in due federazioni, quella di Lucca, che comprendeva la Piana, la Mediavalle e la Garfagnana e quella di Viareggio, che aveva competenza su tutti i comuni della Versilia.
La nostra attività di propaganda si concentrava, soprattutto, sulla città e i quartieri periferici alla cerchia delle mura, il Capannorese, il comune di Montecarlo, dove avevamo come uomo di punta Ivaldo Fantozzi, e poi nei comuni della Valle del Serchio e Garfagnana, dove avevamo varie sezioni importanti con sedi aperte, come Valdottavo, Bagni di Lucca, Gallicano, Castelnuovo Garfagnana. Ma diversi altri paesi avevano sezioni molto numerose e fiorenti, anche senza avere sedi ufficiali; questo soprattutto nei primi anni successivi alla fondazione del Movimento Sociale Italiano (avvenuta il 26 dicembre 1946, a Roma). Per tutte voglio citare il caso del Comune di Camporgiano dove c'era una fiorente Sezione con persone di grande visibilità e spessore culturale, come il Mario Pellegrinetti, direttore didattivo, Giorgio Santarini, maestro elementare, il prof. Raffaello Crudeli, la maestra Giovanna Fiorani e il "maresciallo" Giovanni Fiorani. Il paese più missino del Comune era senz'altro Casatico, il paese dove viveva il Fiorani.
Con l'arrivo alla segreteria dell'MSI,  nel 1969,  di Giorgio Almirante, Pino Rauti, che aveva costituito il Centro Studi ORDINE NUOVO,  sciolse il Centro studi e con un gruppo di dirigenti rientrò nel partito.  Poco prima di rientrare nel partito, Rauti aveva scritto sul periodico "Ordine Nuovo" che «una vera avanguardia rivoluzionaria non può stare a guardare, arroccata sulle sue posizioni. La dispersione delle forze sarebbe un lusso letale». Si pone «la necessità vitale di inserirsi dalla finestra del sistema, da cui eravamo usciti dalla porta, per poter usufruire delle difese che il sistema offre attraverso il Parlamento. E quale poteva essere lo strumento di quest'inserimento se non il MSI?»
Parte dei militanti contrari al rientro nel Msi, accusando il MSI di essere "asservito alla borghesia e all'imperialismo statunitense", il 21 dicembre 1969, diedero invece vita al movimento Ordine nuovo, guidato da Clemente Graziani. Anche a Lucca furono in diversi a schierarsi con il nuovo movimento che, addirittura, affittò una sede prestigiosa nel palazzo Massoni in via dell'Angelo Custode dove i militanti si riunivano e programmavano la loro attività politica cittadina. 

GLI ISCRITTI AL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO DAL 1948 AL 1951
Un amico, qualche tempo fa, mi ha consegnato un grande librone, dove sono elencati, con precisione di dati ed in "bella scrittura" gli iscritti della Lucchesia al Movimento Sociale. Il registro elenca gli iscritti del periodo che va dal 1948 al 1951, gli anni successivi alla fondazione, dove l'impegno e l'entusiasmo di chi aveva deciso di ritrovarsi era senz'altro massimo.
I dati che emergono sono davvero interessanti, sia per il numero degli iscritti, sia per la concentrazione degli stessi in alcune sezioni di località periferiche della provincia.
Ci sono anche nomi importanti e e quelli di tanti che, negli anni successivi, hanno lasciato quel "partito famiglia", di uomini coraggiosi nel testimoniare la loro scelta e la loro appartenenza. 
Gli iscritti. registrati, completi dei dati di nascita, redidenza e professione, sono complessivamente 1955. La parte del leone la fa la Sezione di Lucca con 532 nominativi; a cui si aggiungono sezioni periferiche alla città, come S. Vito con 32 nominativi, La Cappella con 11, San Lorenzo a Vaccoli (dove abitava il vice federale dei miei tempi, il rag. Fabio Dini) con 26 nominativi, Ponte a Moriano con 42 iscritti, San Pietro a Vico con 18 e Nave con 9.
Le altre Sezioni, i cui nominativi sono riportati nel registro sono quelle di:  Altopascio 15, Bagni di Lucca 29, Barga 21, Borgo a Mozzano 73 (di cui 18 a Borgo, 22 a Chifenti e 33 a Valdottavo), Camporgiano 49, Capannori (varie sezioni) 180 iscritti, Castelnuovo Garganana 31, Castlvecchio Pascoli 4, Cerageto 8, Coreglia 7,   Fiano 28, Fornaci di Barga 36, Gallicano (comprese le frazioni di Verni e Trassilico) 69, Gorfigliano e Gramolazzo 28, Metra 18, Montecarlo 3, Piegaio 10, Pieve Fosciana 14, Porcari 54,  Puglianella 11, San Romano Garfagnana (un vero record) con 103 iscritti, Soraggio 3, Vagli con 18 nominativi (6 iscritti a Vagli Sotto e 12 a Vagli Sopra), Torcigliano 23, Villa Basilica 17.
Nel registro sono ricomprese anche le Sezioni della Versilia, segno che all'inizio della vita del Movimento Sociale Italiano c'era un'unica Federazione provinciale, mentre, successivamente, venne creata anche una Federazione versiliese con sede a Viareggio. Ecco i numeri di quelle Sezioni: Viareggio n. 129 iscritti, Bargecchia n. 10, Forte dei Marmi n. 23, Lido di Camaiore n. 39, Capezzano n. 17, Stiava n. 15, Corsanico n. 20, Pietrasanta n. 6, Valdicastello n. 22, Stazzema n. 14.

A Lucca i voti al MSI nelle prime elezioni a cui partecipò si attestavano su percentuali attorno al 6%.
Prendendo ad esempio le elezioni del collegio senatoriale di Lucca del 1953 (le prime a cui il MSI partecipava) il candidato ANGIOLO DEL GRANDE (Angiolino), che era allora il Segretario Federale, ottenne 6.111 voti (5,70%). Alle elezioni del senato del 1958 il candidato ULDERIGO GIGLIOLI ottenne 7.571 pari al 6,99%.

LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 1970 A BORGO A MOZZANO
La presenza del Movimento Sociale Italiano nei consessi elettivi della provincia di Lucca era in quegli anni assai modesta (due consiglieri provinciali, due consiglieri al Comune di Lucca, 1 a Capannori, 1 a Viareggio e, dal 1964, uno anche al Comune di Borgo a Mozzano (Pietro Meconi di Valdottavo). Nel 1970 ci furono le nuove elezioni ed io avrei voluto presentarmi come consigliere, ma avevo 19 anni e la maggiore età, allora, era fissata a 21 anni. Convinsi mio zio, Enrico Brunini che abitava a Oneta, a presentarsi nella lista del MSI e fu lui ad essere eletto, battendo l'uscente Pietro Meconi. La campagna elettorale del 1970 fu molto intensa ed accesa; facemmo comizi in quasi tutte le frazioni del territorio di Borgo a Mozzano, con la presenza attivissima di Adolfo Cesari, che era allora il Segretario Provinciale del sindacato CISNAL. In molte frazioni del comune i nostri comizi furono disturbati da giovani di Lotta Continua; durante il comizio a Corsagna fu fatta esplodere una bomba carta sulla strada Chifenti - Corsagna e, nei giorni successivi, fu lanciata una molotov contro la sede missina di Valdottavo, che si trovava in un locale davanti al teatro Colombo. Dal 1970 al 1975 aiutai mio zio Enrico nel suo compito di consigliere comunale, partecipando con lui a tutte le sedute per sostenerlo nei dibattiti che, allora, spaziavano non solo sui temi amministrativi ma anche su quelli di "alta politica".

1975: L'ANNO DELLA MIA PRIMA ELEZIONE A CONSIGLIERE COMUNALE 
Nel 1975, nella nuova tornata elettorale comunale, avendo finalmente l'età, mi presentai come candidato e fui eletto consigliere comunale (primo dei non eletti Donatella Poggi). Sono stato riconfermato consigliere comunale nelle elezioni del 1980, del 1985 e del 1990, sempre rieletto consigliere. Nel 1993 decisi di ritirarmi dall'incarico e mi dimisi dalla carica di consigliere comunale; al mio posto subentrò la dottoressa Donatella Poggi.

LA MIA ELEZIONE A SINDACO DI BORGO A MOZZANO
Pensavo di aver concluso la mia vita amministrativa comunale, ma nel 1994 la politica italiana subì uno tsunami, con tangentopoli ed il crollo dei partiti tradizionali. Uomini e donne del MSI scesero in campo, in importanti sfide: a Roma Fini contro Rutelli, a Napoli la Mussolini contro Bassolino. Così anche a Borgo a Mozzano molti pensarono che anch'io avrei potuto sfidare il potere democristiano e socialista che aveva come Sindaco Alfredo Scipioni e Vice Sindaco Luigi Bruni. Accettai la sfida come candidato sindaco contro gli altri candidati che erano il dottor Alessandro Alessandri Stringari, l'avvocato Gianni Del Carlo, il dottor Mosè Cervetti e, nelle elezioni di domenica 23 aprile 1995, fui eletto Sindaco (primo Sindaco eletto direttamente dai cittadini, primo Sindaco in Toscana iscritto ad Alleanza Nazionale).
Non avrei mai pensato di arrivare a questo traguardo. Dedicai la mia elezione a mio padre Carlo Settimo (morto nell'ottobre 1994) che mi aveva sempre aiutato e sostenuto e ai missini che avevano subito tante umiliazioni negli anni precedenti, per i quali, con la mia elezione a consigliere comunale, ero stato una speranza di riscatto.

LA CONFERMA A SINDACO PER IL SECONDO MANDATO
Nelle elezioni del 13 giugno 1999, contro la sfidante del centrosinistra la dottoressa Silvana Citti, fui riconfermato per il secondo mandato con circa il 62% dei suffragi... 

LA STORICA SEDE DI VIA DEL MORO, 2 E I DOCUMENTI STORICI DEL MSI LUCCHESE
La storica sede del MSI, posta in via del Moro n.2, proprio all'angolo con via Buia, che anc'io ho frequentato per tanti anni aveva la grande finestra della "stanza del federale" che si affacciava proprio su via Buia, in direzione di via S. Lucia, visibile fin da piazza S. Michele. All'ingresso c'era un grande salone che serviva anche per le riunioni e perfino per i congressi. Sul salone di affacciava un piccolo ufficio di segreteria, la stanza del federale, la sala del biliardo e un accogliente ufficio/salotto; attraverso un corridoio si arrivava alle stanze dei gruppi giovanili (Giovane Italia, Fuan) e sul corridoio si affacciava un altra stanza utilizzata come Sezione di Lucca; dal corridoio si accedeva anche ai bagni.
Quando la sede è stata trasferita in Via Veneto, si sono lì succedute, in quei locali le sigle di Alleanza Nazionale, del PDL, di Forza Italia, ecc. Anche i documenti, i libri, le foto, i gagliardetti del glorioso MSI sono finiti lì. Alla chiusura di quella sede il materiale del MSI è andato disperso. Spero che l'abbiano preso persone che avevano voglia di conservarlo. Chissa se un giorno potremo, attraverso quel materiale, conoscere meglio la storia di un Partito in cui in molti abbiamo creduto....


IL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO A LUCCA: NELLE INFORMATIVE AL MINISTERO DELL’INTERNO

Premessa
Mi è capitato, nell’estate 2022, di avere copia di alcuni documenti riguardanti il Movimento Sociale Italiano lucchese, che sono conservati nell’Archivio Centrale dello Stato in un apposito fascicolo, che reca il numero 195P/42. Si tratta di informative che Prefettura, Carabinieri e Polizia inviavano al Ministero dell’Interno per fornire un continuo monitoraggio e aggiornamento sul Partito che si era costituito a Roma il 26 dicembre 1946 e che aveva avuto come fondatori Giorgio ALMIRANTE, Pino RAUTI e Arturo MICHELINI.. Le informazioni riguardano, chiaramente, le attività del MSI nella provincia di Lucca, dove tra le figure di spicco c’era Danilo RAVENNI, che del MSI era stato sicuramente tra i primi aderenti, se non addirittura uno dei fondatori. Le comunicazioni al Ministero sono scarne, ma assolutamente interessanti, soprattutto per chi, come il sottoscritto, ha conosciuto, sia pure in anni più recenti di quelli oggetto delle informative, alcune delle persone oggetto delle attenzioni dei controlli governativi. Mi piace anche costatare come Prefettura e Forze di Polizia, sostanzialmente, controllavano un partito di persone normali,  che risultavano “di regolare condotta in genere” e ai cui nomi “non figurano sfavorevoli precedenti negli atti d’ufficio” o nei casellari giudiziali. Nessun accenno, nei documenti che vanno dal 1947 al 1964, a comportamenti che potessero destare nelle autorità una qualsivoglia preoccupazione. Anche questi documenti mi hanno confermato che  il Msi fu un partito popolare, interclassista, proletario e borghese. Composto di gente onesta, per bene, che militava contro i propri interessi. Fu il partito del tricolore in piazza, dell’identità sbandierata, l’unico partito nazional-europeo che in modo sfacciato, a volte retorico, coltivò l’amor patrio, quando la stragrande maggioranza degli italiani aveva riposto il tricolore in soffitta. Il Msi fu, certamente, il partito della continuità storica; anzi lo fu prima di tutto. Mentre tutti ribadivano la discontinuità col Ventennio, il Msi rivendicava una linea di continuità nazionale, dal Risorgimento alla Grande guerra e al fascismo, inclusa la Rsi, di cui molti dei fondatori e degli aderenti della prima, avevano vissuto i tragici eventi. Il Msi rappresentò – come ha scritto Marcello Veneziani - l’emisfero in ombra della Repubblica italiana, la faccia nascosta, il desiderio represso, la nostalgia proibita. Non fu il partito dei violenti, alcuni episodi marginali e alcune frange non possono monopolizzare la storia di un partito che ebbe più vittime che aggressori, anzi ebbe il merito di incanalare dentro la politica, dentro il parlamento e le istituzioni, l’esuberanza estremista e la tentazione golpista che allora attraversava mezza Italia. Molti dei giovani, che come me, si avvicinarono alla “fiamma tricolore” erano ben consapevoli degli errori, madornali, che il fascismo aveva fatto, con le leggi razziali, con l’alleanza con il nazismo e con la guerra. Ma erano altrettanto consapevoli che non fosse giusto cancellare dai libri vent’anni di storia e che, fosse ingiusto e troppo facile, archiviare quel periodo come il periodo del “male assoluto”, senza discuterne.

LA SEZIONE DI CAMPORGIANO E IL SUO SEGRETARIO
Il primo documento reca la data del 4 maggio 1947 ed è redatto dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ed indirizzato al Ministero dell’Interno – Ufficio di Gabinetto – Roma (Ministro dell’Interno era all’epoca il democristiano Mario Scelba, ndr).  L’informativa, che ha in oggetto “Movimento Sociale Italiano”, riguarda la Sezione del MSI che si è recentemente costituita in Camporgiano (Lucca). Essa conta sette aderenti. Ne è segretario e dirigente lo studente universitario PELLEGRINETTI Guido di Cesare e di Tortelli Lina, nato a Camporgiano il 4 agosto 1920, ivi residente, celibe, sottotenente di complemento di fanteria, in congedo. Dall’informativa si apprende che “il Pellegrinetti, catturato l’8 settembre 1943 dalle truppe tedesche fu internato in Germania, “donde rimpatriò per avere aderito alla R.S.I.. Non prestò però servizio nell’esercito pseudo – repubblicano, perché si rese irreperibile subito dopo il rimpatrio. Imputato di diserzione fu successivamente arrestato e rinchiuso nelle carceri di La Spezia, da dove fu dimesso nell’aprile 1945, in seguito alla liberazione della città”. L’informativa dei Carabinieri, di cui ho riportato il testo  virgolettato, è firmata dal Generale di Divisione Leonetto Taddei.

LA SEZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE A LUCCA. Nella prima informativa al Ministro dell’Interno il Prefetto di Lucca attribuiva al MSI un “indirizzo socialista”.
Il secondo documento è del 11 agosto 1947 ed è redatto dalla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza del Ministero ed indirizzata al Gabinetto del Ministro stesso. “Per notizia – recita il testo – si trasmette la seguente nota del Prefetto di Lucca (che all’epoca era il dottor Francesco Ballero, ndr): “”Pregiosi riferire che in questo Capoluogo si è recentemente costituita una Sezione del Movimento Sociale Italiano con sede in questa via Altogradi n.6”. Stupisce il giudizio “politico” che viene dato da Prefetto di Lucca: “Il Movimento –ha sfondo politico, con indirizzo socialista, e intenderebbe organizzarsi come partito politico. Finora – aggiunge l’estensore – non risulta che abbia molto seguito”. Seguono poi i nomi dei componenti la “Giunta Provinciale Provvisoria” del Partito: Ravenni Danilo, di Saltocchio, Segretario Provinciale; Gaddini Ferdinando, di Lucca Via Giunigi 9, Amministratore; Dott. Guerra, componente; Betti Aldo, di Lucca Corte dell’uova 103, Componente; Trionfi Sigismondo, di Lucca Chiasso Barletti 12, Componente; Consani (Associazione Mutilati di Guerra), Componente. L’informativa del Prefetto riferisce poi sulla persona del Segretario Danilo Ravenni: “nato a Cavriglia (Arezzo) il 16.4.1913, domiciliato a Saltocchio – Villa Trenta. E’ insegnante elementare e risiede a Saltocchio dall’8 marzo 1946, proveniente da Seravezza. Risulta di regolare condotta morale, senza precedenti o pendenze penali. Era iscritto al p.n.f., proveniente dalle organizzazioni giovanili. E’ stato segretario del fascio di Seravezza dal 39 al 40, epoca in cui fu richiamato alle armi. Inviato in Africa Settentrionale, venne fatto prigioniero dagli Alleati ed internato in America, da dove ha fatto ritorno nel marzo 1946”.
Danilo Ravenni che ho conosciuto molto bene e con cui sono stato in buona amicizia, è stato maestro elementare e poi direttore didattico. È stato consigliere comunale a Lucca a partire dal 1951, quando per la prima volta il Msi partecipa alle elezioni comunali, eletto continuativamente per 24 anni. E’ stato tra i fondatori del MSI ed amico personale di Almirante e una delle figure di punta dal Partito a Lucca. È stato anche consigliere regionale della Toscana dal 1985 al 1990. È scomparso nel 1992. Era stato prigioniero “non cooperatore” negli USA e, spesso, parlava della sua non facile esperienza nel campo di prigionia.

IL CONGRESSO REGIONALE M.S.I. DEL 1947
Con un dispaccio “riservato urgente” la Prefettura di Lucca, a firma del Prefetto Ballero, in data 24 novembre 1947, informa il Ministero dell’Interno che il giorno 23 novembre, dalle ore 8 alle ore 13,30 ha avuto luogo, a Lucca, “il congresso regionale del M.S.I. cui hanno partecipato i Segretari delle varie sezioni della Toscana, complessivamente 20 persone. Durante il congresso è stata esaminata l’attività che tale movimento dovrà svolgere in vista della prossima campagna elettorale”. Il commento finale del Prefetto è: “Nel corso della riunione non si è avuto a lamentare alcun incidente”. La stessa notizia viene inviata, con altro dispaccio, al Gabinetto del Ministro anche dalla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza in data 1 dicembre 1947.

NOVEMBRE 1947, NUOVA INFORMATIVA DEL PREFETTO DI LUCCA AL MINISTRO DELL’INTERNO: RAVENNI E’ UNA PERSONA SERIA E CORRETTA, MA NON E’ BEN VISTA DALLA SINISTRA.
Il 24 novembre 1947 la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza trasmette nuovamente al Gabinetto del Ministro Scelba una nota della Prefettura di Lucca che fornisce notizie in risposta ad una nota del Ministero stesso, pervenuta il 5 novembre. Le considerazioni del Prefetto sono le seguenti: il Movimento Sociale Italiano, sia nel Capoluogo che nella Provincia ha avuto finora uno sviluppo modesto; gli aderenti ammontano attualmente a circa 200 elementi, compresi alcuni già facenti parte del Fronte Liberale Democratico dell’Uomo Qualunque; “il Movimento è riuscito ad installare in questa città, via Guinigi 16, la propria sede Provinciale” ed ha costituito altre 5 sezioni nella provincia e, precisamente, a Viareggio, Camporgiano, Vagli di Sopra, Mologno di Barga e Fornaci di Barga; il segretario del MSI per la Provincia ed Ispettore Regionale è il sig. Ravenni Danilo, insegnante elementare, “persona seria e corretta” che è “stimato sia in Lucca che in Ponte a Moriano per le sue doti di studioso e per la sua fattiva attività di insegnante. Politicamente – scrive ancora la Prefettura – specie nell’ambito della sinistra non è ben visto perché già fascista…e personifica oggi una corrente politica che è ritenuta prettamente fascista”. Comunque, conclude la nota prefettizia, “il movimento non ha dato finora luogo a rilievi di alcun genere”.

IL CONGRESSO PROVINCIALE DEL MSI DEL 1949 CON COMIZIO AD 800 INTERVENUTI. NESSUN INCIDENTE.
Un nuovo documento è il telegramma inviato, in data 13/6/1949 dal Prefetto Delli Santi al Ministero dell’Interno – Gabinetto – Ufficio del Telegrafo e della Cifra, alle ore 19.45, per informare che il giorno precedente, domenica 12 giugno “habet avuto luogo nel Teatro del Giglio in questa città congresso provinciale federazione movimento sociale italiano et conseguente comizio pubblico tenuto da vice segretario nazionale Prof. Ernesto Massi che habet parlato per oltre un’ora a circa 800 intervenuti. Nessun incidente”.

1949: NUOVE SEZIONI DEL MSI IN PROVINCIA.
La Direzione Generale della Pubblica Sicurezza con una nota del 23 luglio 1949, firmata “Il Capo della Polizia”, informa il Gabinetto dell’On. Ministro Scelba che sono state recentemente costituite le seguenti sezioni del Movimento Sociale Italiano: Querceta, di cui è segretario Marchi Antonio di Luigi e di Capovani Amabile, classe 1918, di Strettoia, impiegato disoccupato, già iscritto alle organizzazioni giovanili del partito fascista. Ha prestato servizio militare come caporale dei paracadutisti, combattente in Africa Settentrionale, venne fatto prigioniero il 6.11.1942 e rimpatriato il 12.9.1946. Ponte a Moriano del Comune di Lucca: segretario Dinelli Alessandro di Pietro e Del Mugnaio Elisa, classe 1906, di Saltocchio, falegname. Durante il passato regime fascista non svolse alcuna attività politica. Sia il Marchi che il Dinelli sono giudicati dal Capo della Polizia “di buona condotta in genere, senza precedenti né pendenze penali”.

1950: ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ISCRITTI DEL MSI DI LUCCA.
Una nota del Prefetto di Lucca, datata 10 novembre 1950, informa il Ministro Scelba che alle ore 21,30 del giorno 9 novembre si è tenuta una assemblea straordinaria degli iscritti del Movimento Sociale nella sede della Federazione, cui hanno preso parte circa 200 persone. “Il dottor Simi, addetto all’Ufficio Stampa e Propaganda del Movimento, dopo aver invitato i convenuti alla calma, stigmatizzava il comportamento del Governo nei confronti del M.S.I. Prendeva poi la parola il Segretario Provinciale DEL GRANDE (Angelino, ndr) il quale faceva presente che se il Governo prendesse la decisione di sciogliere il Movimento, esso risorgerebbe immediatamente sotto altro nome. L’ispettore Regionale RAVENNI Danilo, dopo aver mosso critiche al Ministro dell’Interno per il suo atteggiamento ostile verso il M.S.I., faceva presente che i Democristiani sono convinti che gli appartenenti al Movimento sarebbero contro la Polizia. Tale convincimento, aggiungeva l’oratore, non risponde al vero, in quanto gli iscritti al M.S.I. nutrono simpatia per le Forze dell’Ordine. Terminava il suo dire affermando che il loro nemico è sempre il comunismo, ed invitava i presenti a lottare contro di esso per il bene della Patria e la grandezza dell’Italia. Detta Assemblea – conclude la nota – che aveva termine alle ore 23, senza alcun incidente, si concludeva con l’inno “A Roma” (di Giacomo Puccini, ndr).

19 NOVEMBRE 1950: NEGATO AL M.S.I. IL TEATRO DEL GIGLIO.
Dopo l’assemblea del 10 novembre 1950 nella sede federale, a cui erano presenti 200 persone, il Msi aveva ritenuto opportuno indire una assemblea degli iscritti al Teatro del Giglio, nella domenica 19 novembre; ma come si apprende da un telegramma inviato dal Prefetto Laura al “Ministero Interno Gabinetto e Sicurezza” (in data 18/11/1950 alle ore 13,50), a causa della mancata concessione del teatro comunale, l’assemblea viene prevista nella sede sociale. Il telegramma informa il Ministero che sono state “disposte opportune misure vigilanza”. Nella stessa domenica 19 novembre 1950 il Prefetto,  con ulteriore telegramma spedito alle ore 13, informa il Ministro che “stamani, locale sede MSI ha avuto luogo preannunciata assemblea strettamente privata iscritti sezione Lucca cui sono intervenuti circa 500 aderenti. Oratore Massimo Aureli (esponente romano del Msi, ndr). Nessun incidente”.

1952: SI TIENE IL 6° CONGRESSO PROVINCIALE DEL MSI.
Da un dispaccio del Prefetto al Ministero dell’ Interno del 3 settembre 1952 si apprende che successiva domenica 21 settembre si terrà a Lucca, nel Teatro Comunale del Giglio, il 6° Congresso Provinciale del M.S.I. A presiedere l’assise è stato inviato il Segretario Provinciale missino di Ascoli Piceno Sig. Grilli (Antonio Grilli fu deputato missino per tre legislature, ndr) ed al congresso interverranno i Delegati di tutte le Sezioni della Lucchesia. Il Prefetto informa che “saranno pure invitati i rappresentanti dei vari partiti politici, nonché i rappresentanti della Stampa i quali potranno anche assistere ai lavori del Congresso medesimo. E’ stato dato il prescritto preavviso”. Il Prefetto assicura poi il Ministero che “saranno attuate adeguate misure di vigilanza”.
Il lunedì 22 settembre 1952 il Prefetto invia sollecitamente una dettagliata relazione sui lavori congressuali riferendo, con dovizia di particolari, le posizioni politiche espresse dall’avvocato Antonio Grilli, membro del Comitato centrale del Msi, inviato a presiedere i lavori, che si rifarebbero a quanto scaturito dal 3° Congresso Nazionale dell’Aquila (26-28 luglio 1952, ndr). “Non appoggiarsi al blocco di destra (Democrazia Cristiana), perché la politica interna ed estera seguita dal Governo, non concorda con quella del MSI, né al blocco di sinistra (social comunismo) per le ideologie completamente opposte”. Seguire una via “dritta” fra i due grandi blocchi e lottare per poter realizzare un sistema corporativistico che valorizzi il lavoro e la personalità umana e che inquadri ordinatamente le masse operaie. Così potrà essere elevato il tenore di vita e raggiunto il benessere in “una Nazione attiva e disciplinata, capace di imporsi e farsi rispettare”. La Prefettura riporta poi una polemica del Grilli verso il Presidente del Consiglio (Alcide De Gasperi, ndr) colpevole, a suo dire, di aver usato frasi contro i missini di questo tenore: “non so concepire i giovani del M.S.I. senza stivaloni neri e pugnale”. A giudizio di Grilli – è ancora il resoconto della Prefettura – “queste frasi producono l’effetto opposto alla invocata distensione degli animi”. Il resoconto prosegue riportando l’attacco alla Democrazia Cristiana, colpevole, secondo l’oratore missino, di non aver ottemperato al mandato avuto con le elezioni del 1948, in quanto non ha combattuto e saputo annientare e disgregare il comunismo, “il quale, peraltro, avvalendosi dei fenomeni della disoccupazione, della miseria, della fame, non affrontati e risolti dal Governo, trova terreno sempre più fertile per un lento, ma progressivo ingrossamento delle sue file”. Grilli, come riferisce ancora la Prefettura, ha poi accennato alla questione di Trieste, che non potrà essere risolta con una politica debole. Il congresso, conclude il resoconto prefettizio, si è chiuso ieri a tarda ora, senza alcun incidente.

1954: IL IV CONGRESSO NAZIONALE DI VIAREGGIO DEL MSI.
Dal 9 all’11 gennaio 1954 si svolse a Viareggio il IV Congresso Nazionale del MSI. E’ evidente la preoccupazione della Prefettura di Lucca che il 2 gennaio 1954 manda una comunicazione “riservata – raccomandata” al Ministero dell’ Interno, sia all’Ufficio di Gabinetto, sia alla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza. La Prefettura conferma lo svolgimento del Congresso al Cinema Eden e comunica la presenza “dell’ex Maresciallo Graziani (Graziani Rodolfo, ndr), del Comandante Borghese (Junio Valerio, già Comandante della X Mas, ndr) e di altri noti esponenti, nonché dei parlamentari del Movimento stesso. Interverranno altresì  – continua la nota della Prefettura – rappresentanze del movimento falangista spagnolo e di movimenti politici affini della Norvegia, dell’Austria e di altri paesi”. La Prefettura sta monitorando la situazione e informa che i delegati alloggeranno negli alberghi “Belmare”, “Bristol”, “Helvetia” e “Maria Cristina” e in tutta una serie di strutture della città “attrezzate per la ricezione invernale”. Stima che arriveranno a Viareggio un migliaio di persone. In considerazione che “la Versilia è caratterizzata da larghe correnti politiche di sinistra” e vicina alla Provincia di Massa Carrara, “dove dette correnti sono prevalenti nella massa operaia”, la Prefettura chiede che ci sia “un efficiente rinforzo di polizia per assicurare il regolare svolgimento del Congresso stesso”, vista anche la partecipazione al congresso di note figure “della pseudo repubblica di Salò”. Nella nota sono suggerite tutta una serie di interventi che vanno dall’invio di “una consistente riserva di militari” al pattugliamento intenso, diurno e notturno della città.
A questa nota risponde, sollecitamente, in data 5 gennaio 1954 il Capo di Gabinetto del Ministro (che si firma Palamara) che informa la Direzione Generale della Pubblica Sicurezza “dell’intendimento dell’On. Ministro (sempre Mario Scelba, ndr) che la libertà di riunione, da chiunque indetta, non venga per alcun motivo limitata dalle correnti diverse”.
Il Prefetto Laura, con un telegramma del giorno 7 gennaio 1954, ad ore 12.50, informa il Ministero dell’Interno che “partiti estrema sinistra, Anpi, commissioni interne stabilimenti industriali, hanno votato ordine giorno protesta contro svolgimento at Viareggio noto Congresso Nazionale M.S.I. Assicurasi comunque che con forze polizia a disposizione convenientemente alloggiate idoneo locale saranno effettuati efficaci servizi scopo assicurare regolare svolgimento congresso et tutela ordine pubblico”.
Il Congresso si svolse regolarmente senza incidenti di rilievo, a differenza di quanto avvenne a Genova nel 1960, quando il VI Congresso fu annullato per grave turbamento dell’ordine pubblico (Presidente del Consiglio Fernando Tambroni, ndr).

L’ESPULSIONE DAL MSI DELL’ON. DOMENICO LECCISI.
Da un dispaccio inviato al Gabinetto del Ministero dell’Interno, in data 8/4/1954, si apprende che dopo il Congresso di Viareggio del M.S.I. c’è stata  l’espulsione dal Partito dell’onorevole Domenico Leccisi che ha fondato a Roma il “Movimento Sociale Italiano Autonomo”, che dovrebbe raccogliere nelle sue file, secondo quello che scrive il Prefetto Laura, “gli ex fascisti, i dissidenti e gli espulsi dal Msi”. L’onorevole Leccisi è un personaggio importante nelle file del Msi e tra i “neofascisti”, essendo stato uno degli autori del trafugamento del salma del Duce nella notte tra il 22 e il 23 aprile 1946 dal cimitero di Milano. Il Prefetto informa il Ministro che a Lucca non c’è stata alcuna scissione, ma che un tale Montella Angiolino, nato il 3/1/1912 e residente a Lucca, di professione insegnante, già iscritto al MSI ma espulso nel 1949 per “immoralità”, ha ricevuto dall’on. Leccisi l’incarico di costituire il nuovo partito, a cui avrebbero aderito finora solo 7 o 8 persone.
Dopo pochi giorni, il 14 aprile 1954, anche il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri informa il Ministero della costituzione a Lucca di una Sezione del Movimento Sociale Autonomo, “con a capo l’insegnante MONTELLA Angiolino, domiciliato in Lucca, frazione S. Marco, Viale Gramsci, 7, radiato dal Msi nel 1949, in seguito a denuncia per atti di libidine su di un ragazzo tredicenne; successivamente venne assolto con formula piena”. Il Comando informa che al nuovo partito hanno aderito 5 giovani, tre dei quali espulsi dal Msi.

1955: SI TIENE IL 7° CONGRESSO PROVINCIALE DEL MSI. PELLEGRO NISSIM DIVENTA SEGRETARIO DELLA FEDERAZIONE.
Con una lettera del 22.9.1955 il Prefetto di Lucca Zacchi informa il Ministero che “si è recentemente tenuto qui in Lucca nella sede del Movimento Sociale Italiano, il congresso provinciale di detto partito”. Al congresso ha presenziato il Membro della Direzione centrale del Partito Sig. Gian Luigi Gatti. Il segretario provinciale uscente, prof. Nardi Vittorio, ha illustrato le attività svolte. Procedutosi alla elezione del nuovo Segretario provinciale è risultato eletto il Sig. NISSIM Pellegro.
Ho personalmente conosciuto il sig.Rino Nissim (così lo chiamavamo noi) alla fine degli anni ’60 e negli anni ’70, quando ancora rivestiva la carica di “Segretario Federale”: è stato per me una cara persona. Un aneddoto: il Nissim aveva subito una operazione di laringectomia e parlava con una certa difficoltà. Avendo in me un collaboratore di cui si fidava e a cui voleva bene, nell’ambiente della federazione mi veniva attribuito il ruolo di “voce del federale”.

SCIOLTE LE SEZIONI M.S.I. DI CHIFENTI E VILLA BASILICA.
Con lettera del 27.11.1955 il Prefetto informa il Ministero che sono state sciolte le Sezioni del Movimento Sociale Italiano di Chifenti (Borgo a Mozzano) e Villa Basilica, che contavano rispettivamente 30 e 20 iscritti. La decisione, come scrive il prefetto, sarebbe stata determinata “dal mancato appoggio da parte della Federazione Provinciale del Movimento Sociale Italiano e dal disinteresse manifestato nei riguardi dell’attività sezionale da parte della maggioranza degli iscritti”. Diversi iscritti sono stati messi in forza alla Sezione di Lucca.
Nel mio comune di Borgo a Mozzano esisteva anche una sezione del MSI a Valdottavo, che è rimasta aperta fino alla fine degli anni ’70.

I DELEGATI LUCCHESI AL V° CONGRESSO DEL MSI A MILANO.
Il 9 luglio 1956 il Prefetto Zucchi informa il Ministero circa una riunione che si è tenuta nella sede provinciale del MSI di Lucca il giorno precedente, nella quale sono stati nominati i delegati di Lucca al V° Congresso missino che si terrà a Milano nel mese di novembre. Presenti 60 delegati. Alla riunione, presieduta dall’avvocato Piero Mazzoni di Firenze, inviato della Direzione Nazionale, sono stati eletti: rag. Fabio Dini consigliere comunale di Lucca, dottor Vincenzo Pelliccioni Marazzini consigliere provinciale di Lucca, prof. Marcello Nardi consigliere comunale di Viareggio e la signora Tronci di Viareggio.
Anche il Rag. Dini, dipendente della Banca Nazionale del Lavoro, di San Lorenzo a Vaccoli è stata una delle persone che ho ben conosciuto e frequentato nella storica sede del MSI lucchese di Via del Moro n. 2.

GIORGIO ALMIRANTE A LUCCA PRESIEDE IL CONGRESSO PROVINCIALE DEL PARTITO.
Con una lunga relazione di tre pagine il Prefetto Ponzano, in data 18 maggio 1964, aggiorna il Ministero sul “XVI° Congresso della Federazione Lucchese del Movimento Sociale Italiano”, che si è svolto nella sede di via del Moro, 2 il giorno 17 maggio 1964. A presiederlo un personaggio d’eccezione: l’onorevole Giorgio Almirante (in quegli anni Almirante, pur essendo la figura più carismatica del Partito, era all’opposizione interna; Segretario del partito era l’on. Arturo Michelini). Dopo aver portato il saluto della Direzione Centrale del Partito, Almirante parla anche a nome della sua corrente “Rinnovamento”, che è riuscita ad inserire nel Comitato Centrale alcuni suoi sostenitori, tra cui il lucchese Danilo Ravenni (annoverato tra i fondatori del Msi e amico personale dell’on. Almirante, ndr). Ha preso quindi la parola il segretario provinciale Nissim Pellegro (conosciuto anche come Rino, ndr), che tiene una breve relazione sullo stato del Partito in provincia. Segue l’intervento di Cesari Adolfo, Segretario Provinciale del Sindacato Cisnal (che ho molto bene conosciuto perché mio padre faceva parte del Sindacato Cisnal, lavorando al Cotonificio Oliva di Piaggione e perché “Foffo” Cesari aveva una zia ad Oneta, il paese della mia famiglia, ndr).
Sono quindi seguiti numerosi interventi – come si evince dalla comunicazione della Prefettura – tra cui quelli di Martinelli Ilio Lelio (che ho conosciuto molto bene, ndr). L’assemblea ha infine proceduto alla elezione del Segretario Provinciale confermando il Nissim.
Nel pomeriggio – prosegue l’informativa della Prefettura – presieduta da Almirante, si è tenuta una riunione riservatissima dei membri del comitato centrale del M.S.I. della Toscana. Vi hanno partecipato l’avv. Rovai di Firenze, i dottori Vestri e Niccolai, rispettivamente di Arezzo e Pisa, (Giuseppe “Beppe” Niccolai 1920-1989 – di Pisa - è stato deputato missino per due legislature, ndr), nonché Nissim Pellegro, Martinelli Ilio Lelio, Ravenni Danilo e Pelliccioni Marazzini Vincenzo, tutti di Lucca. Almirante ha informato i presenti della sua intenzione di presentare la candidatura alla carica di Segretario Nazionale del Partito.

LE INFORMAZIONI DELLA PREFETTURA SUI DIRIGENTI DEL MSI LUCCHESE ELETTI AL XVI° CONGRESSO PROVINCIALE
La Prefettura non perde occasione per far avere al Ministro dell’Interno le informazioni sul Movimento Sociale e sui suoi dirigenti. Dopo lo svolgimento del XVI° Congresso Provinciale (presieduto da Almirante), in data 17 giugno 1964, vengono inviate “le informazioni sul conto dei nuovi dirigenti della locale federazione del M.S.I. SEGRETARIO PROVINCIALE Nissim Pellegro fu Claudio e di Coppini Gemma, nato a Perugia l’11 ottobre 1907, residente a Lucca, risulta di regolare condotta in genere; al suo nome non figurano sfavorevoli precedenti negli atti d’ufficio. Impiegato del locale Ufficio Imposte di Consumo, dal 1955 ricopre la carica di segretario federale del MSI. In pubblico gode di buona considerazione. VICE SEGRETARIO PROVINCIALE Dini Fabio fu Amedeo e di Francesconi Ines, nato a San Lorenzo a Vaccoli l’8 luglio 1920, ivi residente, risulta di buona condotta in genere; al suo nome non si rilevano sfavorevoli precedenti negli atti di ufficio e nel casellario giudiziale. Ragioniere, impiegato della locale sede della Banca Nazionale del Lavoro, dal 1958 ricopre la carica di vice segretario del MSI. E’ stato eletto consigliere comunale di Lucca. Della GIUNTA FEDERALE fanno parte: Martinelli Ilio Lelio residente a S. Anna Lucca, Pelliccioni Marazzini Vincenzo fu Ferdinando e fu Baldacci Cristina, nato il 23 maggio 1907 a S. Romano Garfagnana, ivi residente. Laureato in chimica, di floride condizioni economiche, è ben considerato in pubblico. Iscritto al MSI dalla costituzione, da vari anni fa parte della giunta federale lucchese. Fino alle amministrative del 1956 – recita ancora la nota della Prefettura – ricoprì la carica di Sindaco del Comune di S. Romano Garfagnana. Nieri Gianfranco residente in frazione Lammari di Capannori, versa in agiate condizioni economiche, in pubblico è ben considerato. Briganti Giuseppe residente a Lucca in via Fontana, 23, commissionario del locale mercato all’ingrosso, in pubblico è ben considerato. Valentini Marta residente in frazione Villa a Roggio, cura l’organizzazione del settore femminile. Nazzarri Danilo residente a S. Angelo in Campo (Lucca), rappresentante di commercio, vive in agiate condizioni economiche. Del Bianco Umberto residente a S. Marco (Lucca), ragioniere, cointeressato in una azienda locale che produce filai, vive in agiate condizioni economiche, in pubblico è ben considerato. Pellegrinetti Mario residente a Camporgiano, insegnante elementare, in seno al MSI cura il settore culturale.

Terminano qui i documenti sul Movimento Sociale Italiano che ho voluto riportare nella loro completa stesura come semplice contributo alla storia di un Partito che ha segnato e condizionato assai la mia vita.

Gabriele Brunini - ultimo aggiornamento il 22 agosto 2022
 
 I RAGAZZI DEL CICLOSTILE: IO ERO UNO DI LORO...

Nel settembre 2021 due autori, Adalberto Baldoni e Alessandro Amorese, hanno dato alle stampe un libro dal titolo: I RAGAZZI DEL CICLOSTILE - LA GIOVANE ITALIA, UN MOVIMENTO STUDENTESCO CONTRO IL SISTEMA,  con la prefazione di GIORGIA MELONI -ECLETTICA eDIZIONI SAS.
In quel libro, alle pagine 327 e 328, si parla anche della mia esperienza nella Giovane Italia lucchese, movimento in cui entrai nel lontano 1967. Ecco il testo:

Interessante, nella rossa Toscana, l'esempio di Lucca dove inizia il suo percorso militante Gabriele Brunini: "Ho smpre vissuto a Borgo a Mozzano e in casa ho respirato ideali in cui mio padre credeva senza tentennamenti. Come i manichei sapeva che esisteva il bene e il male, e per lui il bene era quello in cui aveva creduto nella sua giovinezza. Nemmeno la tragica ritirata di Russia, che aveva affrontato con coraggio e determinazione da alpino del Battaglione Saluzzo della Divisione Cuneense, subendo lo sbandamento e camminando con un piede congelato, aggregandosi alla Tridentina e partecipando alla battaglia di Nikolajewka, gli aveva fatto nascere dubbi. Mi aveva chiamato Gabriele, in onore di un suo amico, Gabriele Zamboni, che aveva aderito alla RSI ed era stato fucilato presso il cimitero di Piacenza il 1 maggio 1945.
Quando sono andato alle superiori ho frequentato l'Istituto Magistrale Paladini di Lucca e, caso davvero strano, mi sono ritrovato in una classe dove i ragazzi erano più delle ragazze. Nel 1967 mi sono iscritto alla Giovane Italia ed ho cominciato a fare politica a scuola, trovandomi insieme ad un altro iscritto lucchese che era Roberto Bonelli. Piacevo ai compagni di classe perchè contestavo i professori antifascisti. Piano piano anche i tanti maschi della mia classe hanno cominciato a darmi una mano, talvolta più per amicizia e cameratismo che per ideologia. E così durante l'anno scolastico 1968/1969 l'istituto Magistrale era diventato una roccaforte di coloro che non aderivano agli scioperi e alle manifestazioni sessantottine. Ricordo che nell'anniversario del 1918 la rivista Storia Illustrata regalava, nel numero di ottobre, una bandiera italiana. Acquistammo un pò di quei numeri e dalle finestre dell'istituto sventolavamo le bandiere per far incazzarre i cortei che passavano per via San Nicolao e minacciavano di forzare il portone della scuola, che noi avevamo chiuso e che presidiavamo dall'interno, pronti a difenderci".


Gabriele Brunini - testo pubblicato il 25 aprile 2022








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