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CATUREGLIO: ALLA RICERCA DEL QUADRO PERDUTO DI LUCIDA MANSI...

La storia locale mi appassiona; e della storia locale mi appassionano i piccoli o grandi segreti, o le cose la cui memoria si è persa o si rischia di perdere. Sul numero di agosto-ottobre del mensile borghigiano "Il Ponte del Diavolo" (n.487) ho pubblicato un testo riguardante l'antica villa-fattoria di Catureglio, che si trova sopra Borgo a Mozzano, nel territorio della Parrocchia di Cune. Proprio facendo quella ricerca ho scoperto un altro quadro di cui si è persa memoria....

Leggendo il libro di Francesco Maria Pellegrini, edito nel 1925, dal titolo “BORGO A MOZZANO E PESCAGLIA NELLA STORIA E NELL’ARTE”, capita spesso di trovarsi di fronte a informazioni e notizie che mi piace confrontare con l’attualità.
E’ stato così per un quadro, dell’ importante pittore Giuseppe Antonio Luchi (1709 – 1772), detto il “Diecimino”, essendo nato proprio nella popolosa frazione del nostro comune. Il quadro, che rappresenta Santa Francesca Romana, come ci ricorda il Pellegrini stesso nel momento in cui scriveva il suo libro, era conservato nella cappella del Monastero di S.Teresa che, in località “venezia” a Borgo a Mozzano, ospitava le carmelitane scalze. E’ facile pensare che il quadro fosse stato prima nella cappella dell’ex convento delle Oblate di Santa Francesca Romana, un conservatorio femminile, fondato per le fanciulle del paese con testamento del Rev. Giov. Battista Mattioli, nativo del Borgo e vissuto a Roma. Il conservatorio, con la sua cappella, venne aperto al culto nel 1756. In quel convento (oggi sede “storica” del Circolo Unione), che era stato requisito in epoca napoleonica, trovarono dimora le carmelitane scalze a partire dal 1821 e fino al loro trasferimento nel “palazzo del turco” in località “venezia”, dove sono rimaste fino al 1947. E’ assai probabile che, nel trasferimento, abbiano portato con loro anche il quadro di S. Francesca Romana del Luchi. Ho interpellato le suore carmelitane, che vivono nel Monastero Regina Carmeli di Monte San Quirico a Lucca, ma del quadro non hanno memoria.
Di recente, dovendo organizzare un incontro di Misericordie a Borgo a Mozzano, ho richiesto la disponibilità ai proprietari inglesi della stupenda villa di Catureglio, che appartenne prima ai Guinigi e poi a Mansi, e i signori Hopkins me l’hanno generosamente concessa. Poiché non esisteva pubblicata sul web una storia di quell’antica villa e fattoria ho provato a scrivere qualcosa, che ho pubblicato sul mio sito www.gabrielebrunini.it  e, successivamente, sul numero di agosto-ottobre del mensile borghigiano IL PONTE DEL DIAVOLO (N.487).
Facendo come sempre riferimento alla preziosa fonte del libro di Francesco Maria Pellegrini, ho letto che, negli anni ’20 del secolo XX (periodo nel quale il Pellegrini scrisse il libro), a Catureglio, “in un piccolo quartiere presso il palazzo” si conservava “un ritratto della bella e calunniata Lucida Mansi”. Mi sono messo così sulle tracce di quel quadro, di cui non si conosce l'autore, interpellando gli eredi della signora Angela Bartelloni ved.Bendinelli, che era all’epoca la proprietaria di Catureglio ed altre persone che potevano conoscerne la sorte. Ho così scoperto che l'opera, di cui sono riuscito fortunosamente ad avere una foto pubblicata qui accanto, è stato nella disponibilità del geom. Renato Fazzi, che aveva acquisito la proprietà di Catureglio negli anni '60 dagli eredi Bendinelli, vendendola agli attuali proprietari inglesi nel 1987.
Proprio nel mese di ottobre si è tenuta un’asta, a Prato, con arredi e quadri provenienti dalla villa Mansi di Segromigno (Lucca), tra cui anche dei quadri della bella e discussa Lucida Mansi. Mi sono messo così in contatto con la casa d’aste di Prato (FarsettiArte) che, cortesemente mi ha mandato le foto di due quadri di Lucida messi in catalogo, che non sono però riconducibili a quello che la storia ci dice esistente  a Catureglio.
Così la ricerca continua, con tutti coloro che vorranno aiutarmi.

Gabriele Brunini  -  ottobre 2020
www.gabrielebrunini.it
 







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